venerdì 24 luglio 2009

Serious government

Silvio Berlusconi is now holding the Italian people in contempt


If it is Thursday it must be the sex tapes. No sooner had Silvio Berlusconi, the Italian Prime Minister, laughed off his encounters with a prostitute than a tape emerges, supposedly of the pair of them having sex. The transcript is desperately lurid. For readers of a sensitive disposition, note that Mr Berlusconi asks politely if his escort, Patrizia D’Addario, would prefer coffee or tea post-coitus, and then turn the page.

This is the latest in a series of actions that are bringing the office of prime minister into disrepute. His wife began divorce proceedings after Mr Berlusconi gave a necklace to Noemi Letizia on the occasion of her 18th birthday. The Italian Foreign Minister helpfully pointed out that the age of consent was 14 in Italy. There have been reports of harems of young women invited to Mr Berlusconi’s parties in Sardinia. He has promoted young women as candidates for the European elections whose political skills were still, shall we say, in development.

With ever-keen political antennae, Mr Berlusconi has conceded that he is no saint. But he is still insisting that he will serve his full term in office, through until 2013. He is not the first political leader to take advantage of the attractions of power. But his contempt for the Italian people is now beyond dispute. The time has come, surely, when he ceases to bring calumny on himself and starts to erode the prestige of the office that he occupies.

This is a parable of a state in which the institutions of dissent are poorly developed. The formal political channels exert very little pressure; the performance from the Opposition has been lamentable. Dario Franceschini, the leader of the Democratic Party, and Massimo Donadi, of the Italy of Values party, issued perfunctory statements of synthetic outrage but the Left lacks a leader of great authority.
Related Links
Berlusconi 'sex tapes' released

And it is naive to expect too much light to be shone by newspapers and television stations whose very proprietor is the man in the limelight. Mr Berlusconi controls three national TV channels. To its great credit, L’Espresso Group, which also owns La Repubblica, has reported Mr Berlusconi’s behaviour with great clarity, unbowed by his scandalous accusation that it was “subversive” and his demand for advertisers to boycott the newspaper. The raucous democracy of a free press is uncongenial to Mr Berlusconi and he is acting in the way that is becoming his signature — as if the media, as well as politics, were part of his Sardinian estate.

It is always difficult to police the boundary between public and private life. Not everything that politicians do in private is germane to their public duty. There are genuine cultural differences in the way that different democracies treat the peccadillos of their leaders. But one of the basic functions of a democracy is that it unmasks a scoundrel. Mr Berlusconi, at the moment, is showing contempt for his people via his contempt for the women whom he befriends.

In 2006, when Mr Berlusconi was ejected from office for the second time, the new Prime Minister, Romano Prodi, promised that he would offer a governo serio — a serious government. Italy is a serious country: host of the G8, a member of Nato and of the eurozone. It does not have a serious government because it does not have a serious Prime Minister.

La disinformata nazione

[The Guardian]

Come dimostra lo scarso spazio dedicato alle conversazioni intime registrate tra le lenzuola di casa, il Presidente del Consiglio italiano ha instaurato una cultura dell’informazione tipica dei regimi autoritari.
Riguardo alle registrazioni di Berlusconi, probabilmente la cosa che colpisce maggiormente è che la maggior parte degli italiani sappia solo vagamente della loro esistenza, quando non la ignorano del tutto.
Il fatto che il periodico d’informazione L’Espresso abbia pubblicato sul proprio sito le registrazioni realizzate da una donna che dice di essere andata a letto con lui lo scorso novembre, nella speranza di assicurarsi denaro o influenze, non è stato riportato dalla maggior parte dei telegiornali di ieri sera. Per quanto io sappia, la storia è stata ignorata non solo dai canali Mediaset di Silvio Berlusconi, ma anche dal primo e secondo canale pubblico, la RAI, e da La7, di proprietà Telecom Italia. Insieme, totalizzano i due terzi del pubblico nella fascia d’ascolto serale.
Si potrebbe obiettare che, poiché le registrazioni e le trascrizioni sono state rese disponibili su internet e poiché sono state riportate dalla stampa, non importa che la TV non se ne sia interessata. Ma ciò trascura due punti cruciali.
Il primo è che l’Italia è tra le nazioni più indifferenti a internet. Secondo un’inchiesta del Guardian lo scorso anno meno di un terzo della popolazione aveva accesso al web e quegli italiani che erano collegati usavano internet relativamente poco. La media sull’intera popolazione era di solo due ore a settimana. Questo potrebbe spiegare perché persino Mediaset fosse oggi felice di pubblicare una storia riguardante le registrazioni sul suo sito (con la naturale conclusione della tesi dell’avvocato di Berlusconi per cui sono false).
Il secondo punto importante è che, anche prima dell’arrivo dell’informazione libera su internet, solo un italiano su dieci comprava i quotidiani.
Il passaparola diffonderà senza dubbio la conoscenza dei nastri, nello stesso modo in cui ha diffuso una consapevolezza generalizzata che c’è uno scandalo che coinvolge il Presidente del Consiglio ed alcune donne. Ma è improbabile che voci e pettegolezzi cambino il fatto che i dettagli dell’intera faccenda, insieme alle sue ramificazioni di interesse pubblico, rimangono ampiamente sconosciuti alla maggior parte delle persone in Italia. Questa è un’importante ragione per cui a Berlusconi è stato possibile ignorare le richieste di sue dimissioni.
La controversia originale riguardava la chiara accusa della moglie di Silvio Berlusconi per il suo “frequentare minorenni”, come è emerso per la sua partecipazione alla festa per il diciottesimo compleanno dell’aspirante attrice e modella Noemi Letizia.
L’altro giorno mi sono trovato (non esattamente per la prima volta) ad avere una discussione con un tassista romano. È emerso gradualmente che partivamo da due punti di vista diametralmente opposti. Lui aveva sentito la spiegazione di Berlusconi (che la ragazza era la figlia di un vecchio amico) che era sostenuta dai notiziari televisivi, e dava al Presidente del Consiglio il beneficio del dubbio. Ma era all’oscuro del fatto che la spiegazione di Berlusconi non aveva retto ad un successivo esame minuzioso, perché questo piccolo dettaglio appariva solo in qualche quotidiano.
Ciò che osserviamo in Italia è l’emergere di una cultura dell’informazione tipica dei regimi autoritari. Ci sono gli informati: essi includono quelli che leggono giornali come La Repubblica, Il Corriere delle Sera e La Stampa, coloro che abitualmente navigano in rete (soprattutto giovani), e quelli che ascoltano le poche stazioni radio indipendenti come Radio 24 Ore.
Quindi ci sono i molto più numerosi disinformati che ancora apprendono le notizie dai telegiornali controllati direttamente o indirettamente da Berlusconi. Questa è una situazione anomala e allarmante in una democrazia occidentale europea, ed ancora di più perché i disinformati sono convinti di essere bene informati come gli altri. Si indignano, si arrabbiano persino, se gli si suggerisce il contrario.
Prima della caduta del muro di Berlino, c’era una zona della Germania Est comunista vicino a Dresda nota scherzosamente come Tal der Ahnungslosen (la Valle della Disinformazione). A causa di strambe condizioni topografiche o atmosferiche, i suoi abitanti non potevano ricevere i segnali TV dall’occidente e quindi dovevano arrangiarsi con le notizie date loro dal regime.
Senza dubbio non erano interamente disinformati. Senza dubbio i turisti in zona dicevano loro ciò che sapevano. Senza dubbio, qualcuno fra i giovani che andavano a Berlino per studiare tornava bisbigliando racconti di una realtà diversa e proibita. Ma essenzialmente la visione del mondo che questi sfortunati avevano era comunque formata dai loro leader.
Siamo abituati a pensare all’Italia come ad una nazione stretta e lunga con una spina dorsale montagnosa. Ma fino a quando Silvio Berlusconi rimarrà in carica faremmo meglio ad immaginarla attraversata da un vasto e profondo crepaccio - una nuova Valle della Disinformazione.

giovedì 23 luglio 2009

La Bugia Come Metodo

Solo 16 mesi fa, il 13 marzo del 2008, l'allora ministro delle Finanze in pectore, Giulio Tremonti, giurava: «Basta condoni. Oggi  non ci sono più le condizioni per farli, non li ho certo fatti volentieri, ma perché costretto dalla dura necessità. I condoni sono una cosa del passato».
Sappiamo come è andata a finire. Nel cosiddetto anti-crisi è stato riproposto per la terza volta lo scudo fiscale: chi aveva accumulato soldi e beni all'estero senza  avvertire gli uffici delle tasse potrà evitare una denuncia per omessa o incompleta dichiarazione dei redditi semplicemente versando all'erario il 5 per cento di quanto aveva nascosto. Ancora una volta, insomma, il governo premia i ricchi e i furbi.

Sostenere che questo accade a causa della crisi economica mondiale che ha messo in ginocchio i conti pubblici, è sbagliato. Certo, i bilanci dello Stato sono a un passo da una situazione di tipo argentino. La necessità di fare cassa è evidente per tutti: nei prossimi mesi, con tutta probabilità, ci troveremo a fronteggiare altri 500.000 senza lavoro. E per i nuovi disoccupati bisognerà per forza trovare qualche nuovo e costoso ammortizzatore sociale.
Questo blog, già in passato, ha però sottolineato come attraverso una tassa patrimoniale del 3 per mille che colpisca i patrimoni familiari superiori a 5 milioni di reddito sia possibile raccogliere 10 miliardi di euro. Molto di più insomma dei 3 miliardi e mezzo che, secondo alcuni calcoli, potrebbe garantire lo scudo fiscale.
Perché, allora, non si batte questa strada?

Accanto alle ragioni politiche - il governo di centro-destra ritiene che la patrimoniale gli alienerebbe il consenso del sul elettorato - ve ne è una che riguarda come al solito l'informazione. I media, e in particolare quelli televisivi, non fanno nulla per ricordare le promesse dei politici. E anzi, quando i fatti smentiscono le loro parole, nascondono sia i fatti che le parole. Insomma quello che tanto scandalizza nel caso escort-minorenni-Berlusconi, e cioè l'assoluta omertà della tv pubblica e privata, è ormai divenuto la regola in qualsiasi campo. Non è un caso. Einaudi ci ha spiegato come alla base di ogni democrazia liberale ci sia un principio semplice, semplice: bisogna conoscere per poter deliberare.
Perché, se la conoscenza è impedita, la bugia diventa un metodo di governo.


venerdì 17 luglio 2009

Visti da Fuori

Lo stravagante Silvio Berlusconi


[Le Point]

Vietato ai minori. La sua passione per le giovani donne facili fa scandalo, ma non intacca affatto la sua popolarità.

“Buffone! Depravato!”. Che sia a Napoli per presentare il G8 o a Viareggio sui luoghi della catastrofe ferroviaria che è costata la vita a 21 persone, è ormai con questi insulti che Silvio Berlusconi è accolto quando si sposta nella Penisola. Buffone, si può discutere. Depravato, è sicuro.

L’inchiesta della procura di Bari ha infatti dimostrato la presenza, a più riprese, di ragazze di dubbia virtù nelle residenze del presidente del Consiglio, a Roma come in Sardegna. E Patrizia D’Addario, una di loro, si è presa la briga di registrare le peripezie della notte d’amore passata con ilpadrone di casa. Ma più che le prestazioni, fatturate 2.000 euro, è il bis ogno del Cavaliere di circondarsi di una corte di donne molto giovani che ha scioccato gli Italiani. Il mistero aleggia anche sulla strana relazione tra Silvio Berlusconi e Noemi, una minorenne napoletana.

Questa ricerca di un’eterna giovinezza al fianco di giovani donne in fiore fu immortalata la prima volta nel 2007 da un parapazzo nel giardino di villa Certosa, in Sardegna. Sulle foto si vede Berlusconi circondato da cinque attrici di serie B, candidate al “Grande fratello” o vallette di varietà televisivi. Due di loro sono sedute sulle sue ginocchia. In un altro scatto il Cavaliere passeggia tenendone per mano una da ogni parte. L’ambigua intimità collettiva che scaturisce dagli scatti aveva fatto titolare tutta la stampa sull’ “harem di Berlusconi”.

Un po’ più tardi, il presidente del Consiglio si frega da solo svelando la sua agenda per dimostrare a che punto si ammazza di lavoro per il bene del suo paese. Tra due appuntamenti politici, i giornalisti stupefatti scoprono nella stessa giornata due “pause” sospette con due giovani attrici. Alcune intercettazioni telefoniche riveleranno che Berlusconi aveva tentato di trovare loro dei ruoli in fiction della RAI. “Comincia a parlare e a diventare pericolosa”, aveva dichiarato a proposito di una di loro per giustificare la sua richiesta con il direttore della fiction della televisione pubblica.

Nel dicembre del 2007 sono 50 giovani donne, per la maggior parte provenienti dal mondo dello spettacolo, ad essere spedite in charter (”love plane”) verso la Sardegna perallietare il capodanno del presidente del Consiglio. d il Cavaliere ha offerto un braccialetto a forma di tartaruga, il simbolo di villa Certosa, e poi, al suono delle orchestre, la truppa si è gioiosamete dispersa nel parco di 100 ettari. Villa Certosa sta a Berlusconi come Neverland stava a Michael Jackson, con la pizzeria e il gelataio, il lago con 1.200 palme, il giardino dai 2.500 cactus (riscaldati da un sistema d’aria condizionata), l’ “orticello della salute”, l’anfiteatro all’aria aperta, la “cascata canadese” e le terme. Il giornodella vigilia di capodanno la moltitudine di ninfette fu condotta da uno squadrone di guardie del corpo nei negozi di Porto Rotondo per uno shopping…limitato a 2.000 euro a testa. Ma il clou del soggiorno rimane, dopo i bagni di mezzanotte in una delle piscine riscaldate e la sarabanda del trenino, l’eruzione notturna del finto vulcano con la lava sintetica che cola in fondo al giardino di villa Certosa.

Stesse scene nel 2008. E quest’anno la famosa Noemi, ancora minorenne, prendeva parte alla festa. All’eco delle risate delle giovani donne attirate dalle paillettes della televisione e dal potere si mescolano oggi i propositi di Veronica Lario che invoca pubblicamente la “malattia” di suo marito, “le vergini che si offrono al drago” e i “divertimenti dell’imperatore”.

Il cavallo di Caligola

Divertimento, ma non solo. Perché l’intimità del Cavaliere è un formidabile acceleratore di carriere politiche. Ex pin-up di calendari da camionista, Mara Carfagna è diventata…ministro delle Pari Opportunità. Lucia Ronzulli, che sorvegliava con un polso di ferro la disciplina delle giovani ospiti di Villa Certosa, è stata eletta al Parlamento di Bruxelles. E solo una rivoltadei fedelissimi di Gianfranco Fini, il presidente della Camera, ha impedito l’iscrizione di altre sette protette del Cavaliere nelle liste del Popolo della Libertà (PDL) alle ultime elezioni europee. Patrizia D’Addario e Barbara Montereale, tutte e due escort-girls di professione, figuravano nellaper le elezioni amministrative a Bari. In un’intervista, la giovane Noemi confidava dall’alto dei suoi 18 anni e con un candore disarmante: “Per il mio avvenire esito tra lo spettacolo e la politica. Si vedrà, Papi [alias Silvio Berlusconi] se ne occuperà”. Caligola aveva ben nominato senatore il suo cavallo… lista del PDL

Questa debolezza di Berlusconi per il gentil sesso lo mette alla mercé di avventurieri. Così l’affarista Gianpaolo Tarantini, ben noto alla polizia di Bari, si erapre fissato come obiettivo di entrare nelle grazie del presidente del Consiglio, che non aveva mai incontrato. Per raggiungere il suo scopo affittò per 100.000 euro, nell’agosto del 2008, una villa vicina alla residenza del Cavaliere in Sardegna. Champagne, cocaina e giovani donne hanno rapidamente fatto delle sue feste il must delle notti sarde. Il suo augusto vicino non ha resistito. “Gianpa” è diventato in qualche mese un intimo di primo rango: un posto nellatribuna del Milan, viaggi con l’aereo del presidente del Consiglio, accesso privilegiato alle più alte istanze del PDL. Fu Tarantini a presentare al Cavaliere Patrizia, all’origine dello scandalo.

“D’accordo, ma ci vuole una salute di ferro!”. Numerosi italiani, comprese molte donne, fanno riferimento con una punta d’invidia al supposto priapismo del loro presidente del Consiglio. Eppure, a quasi 73 anni, Silvio Berlusconi porta un pacemaker e ha avuto un cancro alla prostata. Piuttosto che a quella del Divin Marchese, l’universo erotico del Cavaliere sembra ispirarsi ad un assaggio di bambini destinato a celebrarlo. Con rare eccezioni, le giovani donne che hanno condiviso la sua intimità raccontano tutte le stesse serate: qualche coppa di champagne, Berlusconi al piano che interpreta il repertorio di Charles Trenet, un karaoke, la visione delle videocassette degli incontri del presidente del Consiglio con i grandi della terra, diapositive delle sue sette ville alle Bermuda, la distribuzione di gioielli di bijotteria di cui ha le tasche piene, una passeggiata nel giardino con annesso corso botanico, talvolta mano nella mano con l’eletta del momento. “Berlusconi ha il terrore di invecchiare e di morire, dichiara Marcello Veneziani, editorialista di destra e vicino del cerchio berlusconiano. Le sue patetiche dimostrazioni di vitalità servono a dimostrare che è sempre giovane. Si attacca a un mondo di paillettes e di ragazze denunate per scappare all’orrore del suo volto senza trucco, alla calvizie, ai dolori, alla vecchiaia”. Ex compagna di un ministro del primo governo Berlusconi che, per prima, ha denunciatola turpitudine della corte del presidente del Consiglio negli anni ‘90, Stefania Ariosto gli fa eco: “L’esibizionismo sessuale di Berlusconi, che si è aggravato, è dovuto alla senilità ed all’intervento chirurgico che l’ha molto indebolito”.

Silvio Berlusconi è ossessionato dalla sua immagine. L’impressione, quando lo si incontra in carne ed ossa, è stupefacente. Gli impianti, la bassa statura malgrado le scarpe con i tacchi, il volto liftato e completamente liscio sotto uno spesso strato di fondotinta arancio evocano un narcisismo forsennato. Ma molto presto l’incredibile vitalità e la naturale simpatia - Silvio è in privato un formidabile charmeur, anche i suoi avversari politici più accaniti lo riconoscono - spazzano via l’imbarazzo iniziale. Dietro questa spontaneità apparente niente è tuttavia lasciato al caso. Dapiù di vent’anni, Miti Simonetto, una delle sue più vicine collaboratrici, compra foto, vecchie o recenti, che non corrispondono all’immagine che il capo vuole riflettere. L’iconografia ufficiale ne è più che rivelatrice. Al fianco di foto che lo mostrano come un magnate davanti ai plastici di grandi progetti immobiliari, il Cavaliere ha mantenuto immagini della sua giovinezza, sigaretta in bocca e borsalino sulla testa, a metà strada fra Latin lover e il Jean Gabin dei films di gangsters. Berlusconi è molto fiero della sua virilità “bad boy” e, finché non sono diventate un problema politico, le indiscrezioni sulla sua vita privata lo hanno lusingato.

Il suo capolavoro in materia di comunicazione resta tuttavia “Una storia italiana”, l’agiografia spedita alla vigilia delle elezioni del 2001 a più di 12 milioni di famiglie italiane. Il libro mostra la famiglia Berlusconi che posa davanti alle aiuole fiorite, con bambini biondi che corrono sullo sfondo, il tutto narrato nello stile che il Cavaliere ha sempre imposto ai dirigenti delle sue televisioni: “State parlando ad un pubblico che non ha il diploma di terza media”.

“Tecnicamente immortale”.

Ma “hollywoodizzare” il suo corpo non è bastato, il Cavaliere ha voluto sacralizzarlo. Nel 1994 dichiara di essere stato “unto dal signore”. Nel giardino della sua dimora milanese, Villa San Martino, ha fatto costruire per la sua gloria il mausoleo dove riposerà circondato, quando sarà venuta anche la loro ora, dai suoi più fedeli apostoli: Emilio Fede, Fedele Confalonieri, Marcello Dell’Utri, accessoriamente condannato a otto anni di prigione per associazione mafiosa…

Un coro d’adoratori alimenta il mito berlusconiano. Più volte ministro, Claudio Scajola non ha paura dell’enfasi quando dichiara: “Berlusconi è il sole al quale noi tutti vogliamo scaldarci”. Il suo collega Enrico La loggia propone di sconvolgere il calendario gregoriano indicando il 1994 - anno dell’entrata di Berlusconi in politica - come l’anno 1 dell’era berlusconiana. Emilio Fede, direttore del telegiornale di Rete4, una delle reti nazionali dell’imperom ediatico del Cavaliere, confessa di invidiare il cameriere del suo datore di lavoro poiché questi ne può condividere ogni mattina l’intimità. Sandro Bondi, attuale ministro della Cultura, gli dedica regolarmente delle poesie. L’inno del PDL, di cui Berlusconi è presidente, si intitola “Meno male cheSilvio c’è”. Um berto Scapagnini, ex sindaco di Catania e medico personale di Berlusconi, descrive con un’emozione mistica il raggio di sole che ha attraversato un nero cielo da temporale il momento in cui il Cavaliere arriva nella sua città. Prima di decretare il suo paziente preferito “tecnicamente immortale”. Silvio Berlusconi ringrazia, ma non chiede tanto. Immortale no, ma afferma di dormire tre ore al giorno e di fare l’amore praticamente altrettante, ed ha dichiarato, qualche mese prima del suo 73° compleanno, di sentirsi un uomo di 35 anni.

L’informazione interamente in sua gloria

Il Cavaliere non capisce come mai la stampa non tessa sistematicamente le sue lodi. “Riversano su di me un fiume di menzogne, non è che un tentativo di colpo di Stato”, ha ancora dichiarato a proposito delle timide rivelazioni sull’affare Patrizia D’Addario. Affermazione come minimo paradossale. Berlusconi è proprietario della metà delle reti televisive nazionali che distillano, con stili differenti, un’informazione interamente in sua gloria. Una menzione speciale va al giornale di Rete4, che farebbe impallidire d’invidia il “Caro Leader” nord-coreano. Silvio Berlusconi possiedeanche una serie di quotidiani, un settimanale molto influente, dei mensili e la più grande casa editrice italiana. In quanto presidente del Consiglio, ha piazzato uomini di fiducia in tutti i posti chiave della RAI. Così il TG di Rai1, la messa solenne dell’informazione italiana, non ha ancora accennato alla presenza di prostitute nel domicilio del presidente del Consiglio. “I giornalisti del mio gruppo, come quelli del servizio pubblico, sono contro di me perché vogliono mostrare la loro indipendenza”, ha tuttavia affermato recentemente il Cavaliere ai microfoni di France 2. Dimentica di averpreteso , ed ottenuto, la testa di giornalisti scomodi, nel 2001, durante un discorso tenuto a Sofia e passato ai posteri col nome di “editto bulgaro”. Solo Rai3, una rete pubblica, è sfugita alla censura del regime. Questo controllo dell’informazione permette di gestire il quotidiano, ma ha ugualmente giocato un ruolo nella berlusconizzazione del paese fino al linguaggio comune. Prima che Silvio entrasse in politica, un “azzurro” era un tifoso della nazionale di calcio italiana e un “moderato”, un elettore di centro. Oggi un “azzurro” è un militante del PDL e un “moderato”…un elettore di Berlusconi.

L’uomo forte della Penisola nutre ugualmente un particolare rancore nei riguardi dei giornalisti stranieri, colpevoli di averlo ingiustamente ridicolizzato agli occhi del mondo. Nessuno in questo “covo di comunisti manovrati dall’opposizione” è ben visto ai suoi occhi. Il Times di Londra, il New York Times o il giornale britannico The Economist sono relegati al rango di cartastraccia marxisti. Per non parlare del quotidiano spagnolo El Pais, che ha pubblicato per primo le foto delle gioviali serate di Silvio. L’ambasciatore d’Italia a Madrid ha richiesto il licenziamento del giornalista troppo impertinente, Miguel Mora.

La difficoltà nel raccontare l’Italia berlusconiana non è tuttavia dovuta ai piccoli grattacapi quotidiani, ma all’inverosimiglianza di quello che accade. I giornali americani, in particolar modo, hanno serie difficoltà a far capire al loro pubblico tutte le sottigliezze barocche del Cavaliere. Star del blog del New York Tmes, Robert Mackey ha scelto la parabola seguente: ” Immaginate un mondo nel quale Donal Trump possedesse la NBC, fosse il presidente degli Stati Uniti e offrissea Miss California una poltrona al Senato in cambio dei suoi favori. Non sareste che a metà strada di quel che succede in Italia”.



giovedì 16 luglio 2009

Obama loda il “grande” leader italiano per la sua integrità - ma non è Berlusconi

[The Times]

Molti italiani si rallegreranno delle parole pronunciate dal Presidente Obama che, arrivato in Italia ieri per il suo primo G8, ha elogiato il “grande leader” della nazione. Questa figura autorevole gode dell’“ammirazione del popolo italiano”, non solo per l’esperienza al servizio dello Stato, ma per “la sua integrità e la sua cortesia”.
“Voglio solo confermare che tutto quello che ho sentito su di lui è vero. È uno straordinario gentiluomo, un grande leader di questo Paese”, ha aggiunto Obama. Stava parlando del Presidente Napolitano, Capo dello Stato, non di Berlusconi.
La Casa Bianca ha tentato di smentire le voci secondo cui i complimenti , non estesi a Berlusconi, sottintendessero una velata critica al Presidente del Consiglio e ai suoi scandali. Quando è stato chiesto a un portavoce della Casa Bianca se le lodi di Obama alle qualità di Napolitano implicassero un’allusione alla mancanza delle stesse in Berlusconi, ha risposto: “Non leggerei troppo tra le righe. A volte intendiamo esattamente ciò che diciamo”.
Ma gli italiani potrebbero trarne una conclusione diversa. Altre fotografie scattate nella villa sarda di Berlusconi sono in vendita, tra cui quella di due donne che si baciano di fronte al premier. Forse il “bacio saffico” era uno “scherzo” messo in piedi dalle due donne per imbarazzare il Presidente del Consiglio, suggerisce Libero, quotidiano di destra, in un’intervista al fotografo.
Forse. Ad ogni modo, Berlusconi sperava che non venissero alla luce nuove foto all’apertura dei lavori del vertice, che non fossero annunciate altre inchieste sui festini in Sardegna e Roma e, infine, che non ci fossero più donne pronte a raccontare delle presunte notti di passione passate con il Presidente.
Nonostante le premesse, il primo giorno è andato bene. Malgrado i dolori per l’artrite al collo che lo affliggono dallo scoppio degli scandali ad aprile sulla sua vita privata, Berlusconi ha elargito sorrisi salutando i partner del G8 come se le rivelazioni che hanno spinto la moglie a chiedere il divorzio non ci fossero state. I leader hanno fatto altrettanto: Obama lo ha baciato sulle guance, Angela Merkel gli ha preso la mano e Gordon Brow lo ha abbracciato. La mattina, prima dell’inizio del vertice, Berlusconi ha accompagnato la Merkel in una visita a Onna, uno dei paesi dell’Abruzzo colpiti dal terremoto di aprile e che la Germania si è impegnata a ricostruire come risarcimento per il massacro nazista di 17 cittadini nel 1944.
Alla conclusione dei lavori del primo giorno sul futuro dell’economia mondiale e sul cambiamento climatico, Berlusconi ha accompagnato Obama e Medveded in una visita analoga alle rovine de L’Aquila, in linea con lo “spirito sobrio” del vertice. Berlusconi ha regalato ai leader del G8 un parka nero di Belstaff, che produce soprabiti per le star, con versione chic per le mogli dei leader.
“Saranno gli italiani a decidere se Berlusconi sia o meno un leader legittimo” ha affermato Franco Frattini, Ministro degli Esteri, rispondendo a quelli che definisce attacchi infondati dei media stranieri. Berlusconi continua spavaldo: “Ciò che conta è la realtà, non le calunnie” ha dichiarato, condannando aspramente le voci su una presunta espulsione dell’Italia dal G8 che sarebbe poi rimpiazzata dalla Spagna.
Ancora ci si interroga se il vertice debba essere considerato un successo. Il Corriere della Sera ha dichiarato che il Governo ha compiuto “uno sforzo immane” per trasferire all’ultimo minuto quest’evento, che originariamente doveva ternersi in Sardegna. Ma, continua il quotidiano, il comportamento di Berlusconi verso le donne e i conseguenti attacchi alla sua persona sono stati una “delegittimazione” che ha danneggiato l’immagine dell’Italia e i problemi di Berlusconi sono ben lungi dall’essere risolti.


lunedì 13 luglio 2009

domenica 12 luglio 2009

Ghedini e Alfano chiavi in mano

Signornò
da l'Espresso in edicola

A furia di sentir ripetere dal cosiddetto ministro della Giustizia, Angelino Alfano, e dal vero Guardasigilli, on. avv. Niccolò Ghedini, che "per la mafia la legge sulle intercettazioni non cambia nulla", un gruppo di delinquenti comuni di Palermo si sono lasciati travolgere dall'entusiasmo. Si son portati avanti col lavoro, senz'attendere il voto finale del Parlamento. E uno si è tradito. Così sono finiti tutti e cinque in galera il 22 giugno per associazione a delinquere finalizzata a varie truffe aggravate: "Spendevano nomi di persone defunte" per ottenere contratti di finanziamento da società finanziarie per la bellezza di 554 mila euro. Il 18 dicembre erano riuniti per organizzare i piani di battaglia, ignari di essere ascoltati. Uno, in verità, qualche dubbio l'aveva: "Allora possiamo parlare qua, giusto?". Un altro, che aveva colto al volo il senso della legge Alfano, ma aveva anticipato un po' i tempi, gli ha risposto: "Le microspie ci stanno per situazioni di mafia, qui noi stiamo parlando di truffe, quindi possiamo parlare". Ed è esploso in una sonora risata. Ma c'era poco da ridere.

Le microspie erano in agguato, la nuova legge non era ancora attiva. Se lo fosse stata, avrebbe avuto ragione lui. Non perché, in teoria, i giudici non possano più intercettare i truffatori (com'era nella prima versione della norma, che escludeva gli ascolti per tutti i reati con pene inferiori ai 10 anni, truffe incluse). Ma perché per tutti i reati, salvo mafia, terrorismo e sequestro di persona, per disporre le intercettazioni la nuova legge richiede "evidenti indizi di colpevolezza" su qualcuno: il giudice, in pratica, dovrà già conoscere il nome del colpevole. Nel qual caso, fra l'altro, non avrà più bisogno di intercettarlo. Di solito infatti si intercetta per scoprire il colpevole, non viceversa. Per le microspie, poi, il limite imposto dalla nuova legge è ancor più demenziale: l'intercettazione ambientale è consentita solo nei luoghi dove si sta commettendo un reato. E siccome la cimice serve proprio a scoprire se si sta commettendo un reato, è impossibile saperlo prima di averla piazzata.

Si dirà: se i truffatori fossero mafiosi, sarebbero intercettabili anche con la nuova legge.
Eh no, qui casca l'asino: nessuno può dire in partenza, inseguendo una truffa, se i suoi autori sono mafiosi o no. "Lo scopriremo solo vivendo", cantava Battisti. Nel nostro caso, intercettando. Ma la geniale coppia Ghedini-Alfano ha stabilito che il pm debba scoprirlo per scienza infusa, prima di intercettare. Mission impossible. Il nostro presunto truffatore, che ora è in carcere per troppa fiducia nel governo, va comunque ringraziato. Con quella frase lapidaria ("Stiamo parlando di truffe, quindi possiamo parlare") ha riassunto come meglio non si poteva l'assurdità psichedelica della legge, quasi immolandosi per fornircene una prova preventiva su strada. The future is now.


sabato 11 luglio 2009

Per ridere un po'

venerdì 10 luglio 2009

Visti da Fuori

[Dagens Nyheter]

I leader dei paesi più ricchi del mondo che compongono il gruppo del G8 hanno molte crisi da affrontare nell’incontro di oggi a L’Aquila, in Italia. Sul posto, tra i pezzi grossi, c’è anche il premier Fredrik Reinfeldt, nel suo ruolo di presidente dell’UE. Reinfeldt spera che vengano prese misure concrete per il clima e, visto l’impegno mostrato dal presidente Obama in materia, l’obiettivo non è irraggiungibile.
All’ordine del giorno ci sono anche la crisi finanziaria, la minaccia nucleare, il commercio internazionale e l’aiuto per lo sviluppo dell’Africa. Il gruppo ha in precedenza promesso di raddoppiare il suo sostegno all’Africa, ma tra gli altri l’Italia non ha mantenuto l’impegno preso.
Negli ultimi anni il G8, che cominciò come club a inviti nel 1975, è stato messo in ombra dal G20, in cui oggi sono incluse superpotenze economiche come Cina e India.
Per un Berlusconi sotto pressione, l’incontro è un’ottima occasione per spostare i riflettori dai propri scandali. Tra gli ultimi un divorzio e giovani donne seminude. In aprile L’Aquila è stata duramente colpita da un terremoto in cui sono morte 300 persone. Anche questa settimana sono state avvertite diverse scosse.
Eppure questa città traumatizzata deve ospitare il G8. Berlusconi vuole evitare che le proteste antiglobalizzazione rubino la scena come successe a Genova nel 2001. Lanciare pietre e azzuffarsi con la polizia tra i senzatetto delle tendopoli de L’Aquila sarà piuttosto difficile.
L’Italia ha giganteschi problemi strutturali, che l’imbellettato premier non sta fronteggiando. Oltre alle difficoltà con la mafia, c’è un’economia marcia. Il debito pubblico supera ampiamente le regole dell’UE e ora ammonta al 106 percento del PIL.
La produttività è scesa costantemente dal 2000. Nel suo insieme, il paese continua cioè a peggiorare ogni anno per quanto riguarda la produzione di beni e servizi. Contemporaneamente, i salari aumentano. In questo modo, la competitività globale dell’Italia è fortemente minata.
Per un paese industrializzato si tratta di una catastrofe. Dato che le riforme di economia e mercato del lavoro, così eccessivamente regolati, tardano ad arrivare, l’Italia rischia di mettere a repentaglio l’intera cooperazione europea.
Per ora gli italiani dovranno però accontentarsi del clown Berlusconi. L’Italia, così come l’Europa, si merita di meglio.


Visti da Fuori

[Le Monde]

Silvio Berlusconi ha voluto fare un colpo di scena organizzando il G8 nella città dell’Aquila, distrutta da un sisma lo scorso aprile. Ma con la mancanza di preparazione del vertice, la sua agenda priva di progetti ambiziosi e il malcontento della popolazione, il presidente del Consiglio viene attaccato da tutte le parti. Così, l’uomo politico ed ex magistrato Antonio di Pietro ha acquistato un’intera pagina nell’International Herald Tribune del 9 luglio. In questo “appello alla comunità internazionale “, l’ex magistrato allerta l’opinione pubblica sullo stato della democrazia in Italia. ” Il governo Berlusconi ha proposto un nuovo progetto di legge, la legge 128 o legge Alfano dal nome del ministro della giustizia Angelino Alfano, che renderebbe impossibile processare il presidente del Consiglio, il presidente della Repubblica, il presidente della Camera dei deputati e del Senato.” Secondo l’ex giudice, Silvio Berlusconi insiste sull’introduzione di questa legge per evitare di essere processato in due casi in cui avrebbe corrotto un testimone, ” Mi appello alla comunità internazionale per far circolare questa informazione […] per evitare che la nostra democrazia si trasformi in dittatura.” E’ ugualmente quello che desidera un gruppo di internauti che hanno pagato di tasca propria una pubblicità stampata a tutta pagina nel giornale italiano La Repubblica dell’8 luglio. Un gruppo di Facebook che conta più di 3800 membri e un blog sostengono la loro azione: “Silvio Berlusconi ha invitato i giovani imprenditori italiani a boicottare i giornali che dicono la verità sulla crisi economica interrompendo i loro investimenti pubblicitari […]. E’ la prima volta in Occidente che un capo del governo minaccia la libera concorrenza invitando a boicottare i giornali che non gli piacciono!” “FORSE NON E’ IL LUOGO MIGLIORE PER ORGANIZZARE DEI VERTICI SERI” Il Corriere dell sera rivela che il dossier consegnato ai giornalisti dalla Casa Bianca contiene una biografia completa di ogni capo di Stato.. trannedi Silvio Berlusconi, che ha diritto solamente alla ” sua data e luogo di nascita, nazionalità, professione, ultima vittoria elettorale, data di inizio del nuovo mandato. Fine.” Bisogna dire che al G8 tenutosi in Giappone a luglio 2008, il servizio stampa della Casa Bianca aveva pensato bene di indicare che Berlusconi è ” uno dei capi di Stato più controversi della storia del paese”, accusato di corruzione e di estorsione. Silvio Berlusconi è inoltre il bersaglio della stampa estera, ed è impegnato da due giorni in un duello a distanza con il quotidiano britannico The Guardian. Quest’ultimo aveva rivelato lunedì, ossia due giorni prima dell’apertura del vertice, che i preparativi erano cosi caotici e disordinati che gli altri Stati del gruppo avrebbero ipotizzato di eliminare l’Italia dalla lista dei membri e di farci entrare la Spagna. L’articolo cita Richard Gowan, specialista di relazioni internazionali alla New York University : ” Già a partire da gennaio, gli italiani ripetevano di non avere nessuna visione a lungo termine per il vertice e che se l’amministrazione Obamaavesso avuto delle idee, sarebbebro stati entusiasti di ricevere le sue istruzioni.” Berlusconi non ha mancato di qualificare le accuse del Guardian come “colossali errori da parte di un piccolo giornale” . Nel suo editoriale del giorno dopo, dal titolo ” L’Italia: inadatta all’organizzazione di vertici”, il giornale replica: “Se gli italiani non inizieranno ad esigere serie regole di condotta per i propri dirigenti, il paese forse non è il luogo migliore per organizzare dei vertici seri.” Dal canto suo, la popolazione dell’Aquila non dimentica di protestare a suo modo: lettere giganti formanti la frase: “Yes, we camp” sono disposte nei campi per ricordare che 24 000 sfollati vivono ancora nelle tende, in attesa dei lavori di ricostruzione che non sono ancora cominciati.
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giovedì 2 luglio 2009

Il postino e il premier

Vanity Fair, 1 luglio 2009

Rientrato da L’Aquila, passo per un giorno da Cagliari. Una mia amica mi racconta che il suo postino, da tre settimane, ospita a casa una famiglia abruzzese. Il postino fa parte di una associazione di volontariato e in casa ha un paio di stanze in più. Si è offerto senza dirlo troppo in giro. Adesso si rallegra che la famiglia abruzzese possa godersi un po’ di mare, lontano dai lutti e dalle tende. E siccome insieme si trovano bene ha offerto alla famiglia di rimanere anche a luglio.

La mia amica mi racconta che il postino è simpatico. Gira tutti i giorni con un ciclomotore, gli occhiali da sole e un borsone a tracolla pieno di lettere. Ha una quarantina d’anni, una moglie, un figlio. E’ sempre allegro. Il che lo rende un’eccezione tra i sardi che di solito sorridono senza farsene accorgere.

Quando lo incontro, il postino si stupisce del mio stupore. Come tutte le persone per bene non considera il bene un’eccezione. Lo fa e basta. Guadagna 1300 euro al mese. Più o meno come sua moglie anche lei impiegata alle Poste. Ogni mattina uno dei due accompagna la famiglia abruzzese al Poetto, la spiaggia di Cagliari, che ha ancora il mare tirato a specchio. Nel pomeriggio la famiglia rientra con la corriera, fa un po’ di spesa, cucina alla maniera abruzzese, dà una mano in casa. Dice il postino: “La sera è bello perché ci raccontiamo le nostre vite che sembravano distanti e invece sono vicine”. Non vuole essere citato, gli sembrerebbe di vantarsene.

Salutandolo penso a un tizio che in diretta tv, promise di aprire un paio delle sue venti ville ai terremotati. Sembrava commosso, invece voleva solo fare colpo sugli elettori e le ragazze.
(Vignetta di Natangelo)