venerdì 10 luglio 2009

Visti da Fuori

[Dagens Nyheter]

I leader dei paesi più ricchi del mondo che compongono il gruppo del G8 hanno molte crisi da affrontare nell’incontro di oggi a L’Aquila, in Italia. Sul posto, tra i pezzi grossi, c’è anche il premier Fredrik Reinfeldt, nel suo ruolo di presidente dell’UE. Reinfeldt spera che vengano prese misure concrete per il clima e, visto l’impegno mostrato dal presidente Obama in materia, l’obiettivo non è irraggiungibile.
All’ordine del giorno ci sono anche la crisi finanziaria, la minaccia nucleare, il commercio internazionale e l’aiuto per lo sviluppo dell’Africa. Il gruppo ha in precedenza promesso di raddoppiare il suo sostegno all’Africa, ma tra gli altri l’Italia non ha mantenuto l’impegno preso.
Negli ultimi anni il G8, che cominciò come club a inviti nel 1975, è stato messo in ombra dal G20, in cui oggi sono incluse superpotenze economiche come Cina e India.
Per un Berlusconi sotto pressione, l’incontro è un’ottima occasione per spostare i riflettori dai propri scandali. Tra gli ultimi un divorzio e giovani donne seminude. In aprile L’Aquila è stata duramente colpita da un terremoto in cui sono morte 300 persone. Anche questa settimana sono state avvertite diverse scosse.
Eppure questa città traumatizzata deve ospitare il G8. Berlusconi vuole evitare che le proteste antiglobalizzazione rubino la scena come successe a Genova nel 2001. Lanciare pietre e azzuffarsi con la polizia tra i senzatetto delle tendopoli de L’Aquila sarà piuttosto difficile.
L’Italia ha giganteschi problemi strutturali, che l’imbellettato premier non sta fronteggiando. Oltre alle difficoltà con la mafia, c’è un’economia marcia. Il debito pubblico supera ampiamente le regole dell’UE e ora ammonta al 106 percento del PIL.
La produttività è scesa costantemente dal 2000. Nel suo insieme, il paese continua cioè a peggiorare ogni anno per quanto riguarda la produzione di beni e servizi. Contemporaneamente, i salari aumentano. In questo modo, la competitività globale dell’Italia è fortemente minata.
Per un paese industrializzato si tratta di una catastrofe. Dato che le riforme di economia e mercato del lavoro, così eccessivamente regolati, tardano ad arrivare, l’Italia rischia di mettere a repentaglio l’intera cooperazione europea.
Per ora gli italiani dovranno però accontentarsi del clown Berlusconi. L’Italia, così come l’Europa, si merita di meglio.


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