martedì 28 ottobre 2008

Visti da fuori

Il premier cavalca la crisi


[International Herald Tribune]

ROMA. Questo mese, con il crollo dei mercati e il panico degli investitori, Silvio Berlusconi, il Presidente del Consiglio miliardario italiano, ha visto scendere in picchiata del 40% il valore delle azioni di alcune sue società. Eppure è sembrato più allegro che mai, mentre gozzovigliava fino all’alba in una discoteca a Milano di ritorno da un summit europeo su come affrontare la crisi finanziaria.

“Se dormo tre ore, ho ancora abbastanza energia per fare l’amore per altre tre ore” scrive il giornale “La Repubblica” citando le parole del premier che così si è rivolto ai più giovani. “Mi auguro che quando avrete raggiunto 70 anni, sarete in forma quanto me.”

Al di là della teatralità e dell’umorismo da camerata per cui l’Italia tanto lo ama e lo odia, la citazione riflette una verità: Berlusconi, 72 anni, è a cavallo. Il suo potere e la sua influenza sono più grandi che mai. Il motivo: quest’uomo, già in una posizione unica nel cuore economico e politico dello stato, controlla ora anche miliardi di dollari di denaro pubblico per salvare imprese private nel caso dovessero averne bisogno, come è probabile.

Questa ulteriore espansione del potere di Berlusconi, che alcuni denunciano come pericolosa e che altri definiscono necessaria in tempi difficili, conferma un luogo comune: “Esistono due tipi di italiani, quelli che lavorano per Berlusconi e quelli che stanno per farlo”.
Berlusconi “influenza l’economia, che ora ha bisogno dello Stato” ha dichiarato Stefano Folli, un commentatore politico. “Se l’economia ha bisogno dello Stato, ha bisogno di lui”. Questo nuovo potere economico arriva in un momento in cui Berlusconi gode di un potere politico mai avuto in 15 anni di pubblico ufficio.

Questo potere lo colloca tra i leader mondiali il cui successo politico sembra essere potenziato dalla crisi, insieme al Primo Ministro britannico Gordon Brown che ha invocato un piano di salvataggio per la sua banca. I perdenti sembrano essere il presidente George W. Bush, i cui già sfavorevoli sondaggi sono stati ulteriormente compromessi dalle turbolenze finanziarie, e il Primo Ministro russo Vladimir V. Putin, colpito dalla caduta dei prezzi del petrolio e dal contraccolpo internazionale causato dalla guerra con la Georgia ad agosto.

In parlamento, la coalizione di centro-destra di Berlusconi “Il Popolo della Libertà” è stata eletta nel mese di aprile con un ampio vantaggio di nove punti. E’ più forte che mai, dopo essersi sbarazzata di alcuni piccoli partiti di destra e può governare praticamente indisturbata dall’opposizione, grazie all’implosione della sinistra seguita alle elezioni. Nel corso del fine settimana, il principale gruppo d’opposizione, il Partito Democratico, si è diviso dal partito centrista alleato, l’Italia dei Valori, frammentando ulteriormente il centro-sinistra, i cui conflitti interni non sembrano avere fine.

“Questa è una fase in cui Berlusconi non ha rivali” ha dichiarato Ferruccio de Bortoli, direttore del rispettato quotidiano finanziario “Il Sole 24 Ore”, “dubito che sia un bene per il paese”.

In Italia lo stato è sempre stato protagonista, in un’economia in cui le conoscenze personali sono di importanza critica. E nelle ultime settimane l’Italia, come la maggior parte dei paesi europei, è stata impegnata a salvare istituzioni finanziarie in pericolo. Ma un capo del governo che è il più potente uomo d’affari e uno degli uomini più ricchi nel settore privato, potrebbe innalzare il clientelismo ad un nuovo livello.

In molti paesi, la popolarità del leader spesso aumenta e diminuisce a seconda della situazione economica. Ma questo non sembra essere il caso italiano.
Dal primo settembre, il mercato finanziario di Milano è sceso del 22% e l’ansia per l’economia cresce con gli aumenti dei tassi d’interesse sui mutui. Il tasso di gradimento per Berlusconi ha invece raggiunto il 62%, secondo un sondaggio pubblicato la scorsa settimana dal quotidiano di centro-sinistra “La Repubblica”.

La critica di sinistra, che comprende il leader del Partito Democratico Walter Veltroni, ha attribuito il successo del premier alla sua influenza nella televisione pubblica e privata. Berlusconi è proprietario di Mediaset, l’emittente privata più grande in Italia. L’autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha recentemente denunciato “uno squilibrio” nei programmi televisivi di affari pubblici del mese di settembre, osservando che è stato dedicato molto più tempo al governo che all’opposizione.

Anche se Berlusconi ha dichiarato che l’economia italiana non è in recessione, punto di vista che molti mettono in discussione, martedì ha convocato una riunione per la prossima settimana con le banche e Confindustria, la Confederazione Generale dell’Industria Italiana, per assicurarsi che “la crisi finanziaria non colpisca l’economia reale”, come ha affermato.
Complessivamente, Berlusconi sembra aver rassicurato gli italiani che lo Stato non li lascerà soli.

Berlusconi ha anche cercato di promuovere gli investimenti, a modo suo.

Questo mese è stato criticato per aver sollecitato gli italiani ad acquistare azioni Eni ed Enel, le più grandi società energetiche in Italia. Emma Bonino, vice Presidente del Senato e membro del Partito Radicale, ha detto la promozione di certe azioni da parte del Presidente del Consiglio è “un evidente conflitto di interessi”.

Giulio Tremonti, potente Ministro delle Finanze di Berlusconi, gode di rispetto ed sembra aver anticipato dell’attuale crisi, descritta nel suo libro “La paura e la speranza” pubblicato la scorsa primavera, in cui ha predetto la svolta negativa della globalizzazione. La scorsa settimana, Tremonti ha dichiarato che il governo sarebbe stato preparato a salvare le banche, caso per caso.

Ma la preoccupazione per il potere di Berlusconi e il suo governo è talmente elevata che lunedi Tremonti ha cercato di sminuire i timori in merito a più sostanziali interventi dello Stato. Ha dichiarato che il governo deciderà a malincuore di intervenire, affermando che potrebbe essere “gravemente dannoso” per la “salute politica” del paese. “Potrebbe essere necessario, ma non è assolutamente un’opportunità” ha dichiarato.

Tremonti gode anche del sostegno dei partiti di centro-destra della coalizione ed è riuscito a far approvare alcune misure di bilancio durante l’estate, dando al governo una maggiore flessibilità nella crisi attuale. Le norme di bilancio normalmente paralizzano il Parlamento per l’intero autunno.

Ma non tutti sono convinti.

Per tutte le previsioni di Tremonti “è stato sbagliato il bilancio, perché presupponeva la crescita” ha dichiarato Pier Luigi Bersani, Ministro ombra delle Finanze per i democratici. Martedì, il Fondo Monetario Internazionale ha previsto due anni di recessione per l’Italia. La scorsa settimana, Confindustria ha previsto che l’economia italiana dovrebbe ridursi dello 0,5%, invece di crescere dello 0,4%.

È difficile stimare quanto l’impero Berlusconi abbia perso. Martedì la sua holding Fininvest, che non ha azioni pubbliche, ha annunciato che quest’anno il profitto netto è sceso del 20%. Le azioni Mediaset sono scese del 40% dall’inizio dell’anno, mentre la casa editrice Mondadori ha perso quasi la metà. Le azioni della compagnia di assicurazioni Mediolanum hanno registrato un calo del 40% circa.

Più in generale, Berlusconi ha consolidato la propria posizione nell’economia italiana, la settima al mondo.
Sua figlia Marina ora siede nel Consiglio di Amministrazione di Mediobanca, la celebre banca d’investimenti milanese che per decenni è stata il contrappeso al finanziamento statale e la roccaforte di vecchio denaro per il suo nuovo.

Berlusconi ha recentemente avvertito che le aziende italiane sarebbero aperte ad acquisizioni ostili e spera di far approvare una legge che renderà tali acquisizioni più difficili. Le critiche temono che tale legge potrebbe ridurre gli investimenti stranieri e lasciare il potere nelle mani di poche figure tutte italiane.
“Ostili a chi?” ha chiesto venerdì Tito Boeri, economista vicino alla sinistra, sulla prima pagina de “La Repubblica”. “Ostili alla nostra economia o alle grandi famiglie che ora gestiscono il capitalismo italiano?”.

A mano a mano che la crisi del credito si aggrava, Berlusconi si avvicina alle due principali banche d’investimento italiane, Unicredit e Intesa Sanpaolo, i cui manager non si sono mostrati vicini alla coalizione di centro-destra.
Per ordine di Berlusconi, Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, ha collaborato con il governo per studiare il recente salvataggio della compagnia aerea Alitalia. In campagna elettorale, Berlusconi aveva promesso di mantenere italiana la compagnia di bandiera, il che significava nazionalizzare le perdite e negoziare il resto per portare investitori privati ad acquistare la maggioranza delle azioni.

Le azioni Unicredit sono crollate nelle ultime settimane, ma la banca è finora sfuggita alla necessità di chiedere aiuto allo Stato. La scorsa settimana, il governo della Libia ha acquistato una quota del 5%, diventando così il secondo maggiore azionista.

Qualora la ricapitalizzazione privata fallisse e Unicredit si dovesse rivolgere a Berlusconi per il finanziamento statale, si finirebbe a “ridurre l’indipendenza di queste importanti banche che finora erano rimaste fuori dalla sua portata” ha dichiarato Michele Polo, professore di economia presso l’Università Bocconi di Milano.

Tutto questo potere di Berlusconi giova al paese?
“La mia risposta immediata è sì” ha detto Alberto Bombassei, Vice Presidente di Confindustria. “In momenti difficili, avere un governo più deciso è un bene per il paese”.
Al di là dell’incertezza economica, Berlusconi, che sembra godersi la vita sull’orlo del precipizio, rimane ancora vulnerabile. E’ processato in contumacia a Milano, con l’accusa di aver occultato conti bancari illegali. La corte costituzionale italiana al momento sta esaminando una legge che gli concederebbe l’immunità.

Paolo Bonaiuti, portavoce di Berlusconi, ha dichiarato che le osservazioni diffuse sul potere del premier sarebbero esagerate. “Egli ha il sostegno del pubblico” ha detto Bonaiuti. “Qual è il problema?”.
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