sabato 2 maggio 2009

L'avanspettacolo e le farfalline

di Concita De Gregorio

Delle veline dirò tra un momento. Della giovane procuratrice legale a cui il Presidente aveva regalato la consueta farfallina d'oro dopo lo «spettacolino» in villa anche: ha telefonato ieri sera in lacrime, l'hanno tolta dalla lista «per colpa di Veronica», dice. Mi hanno sbianchettata». Intende cancellata col bianchetto. Le ragazze sono il meno. Sono lo specchio per le allodole così che tutti parlino di solo loro, delle pupe e non dei bulli.

Concorre all'impresa la signora Lario al secolo Miriam Bartolini, una volta lei stessa attrice, convolata a nozze con nome d'arte e da dieci anni almeno in procinto di separarsi da un uomo le cui caratteristiche non devono averla sorpresa nel sonno l'altro ieri. Prima però diciamo dell'amarcord che coglie nello scorrere le liste dei candidati Pdl alle europee: Mario Mastella detto Clemente e Antonino Strano detto Nino, per esempio. Indimenticati protagonisti della seduta d'aula del 24 gennaio 2008, il giorno in cui per cinque voti cadde il governo Prodi.

Andò così. Mastella, amareggiato perché il governo Prodi non lo aveva difeso da quello che lui chiamava un agguato giudiziario a sua moglie Sandra, si presentò in aula leggendo «una poesia di Neruda», «Lentamente muore». Purtroppo è di Marta Madeiros (erronea attribuzione di Wikipedia, da cui Mastella deve averla scaricata) ma nella drammaticità del momento non se ne accorge nessuno. Mastella declama per quattro minuti e lascia l'aula. Stefano Cusumano detto Nuccio (da bambino Stefanuccio), siciliano eletto nell'Udeur, annuncia che contrariamente alle indicazioni di Mastella voterà sì alla fiducia. Tommaso Barbato, suo collega di partito, gli si scaglia contro facendo il gesto di sputare e gli urla «pezzo di merda». I commessi lo trattengono.

Dal lato opposto dell'aula Antonino Strano detto Nino, munito di occhiali neri da sole a dispetto della totale assenza di riverbero, gli grida «mafioso e venduto», poi anche «checca squallida e frocio». Strano, eletto in An, è indicato dai colleghi come omosessuale - la spiegazione servirebbe a mitigare le sue esclamazioni in quanto esperto del ramo - ma lui chiarisce che degli omosessuali è solo «molto amico». Cusumano sviene sui banchi, Marini sospende la seduta. Il governo Prodi cade che fuori è già notte. Strano viene immortalato nell'atto di ingozzarsi di mortadella in aula (mortadella/Prodi) e di agitare prosecco prima di spruzzarlo sulla moquette. Nei giorni successivi Berlusconi fa sapere che Strano non sarà ricandidato. Difatti ha osservato un turno di riposo: le politiche. Rieccolo alle europee. Nel frattempo ha lavorato: indagato insieme all'ex sindaco Umberto Scapagnini per il buco in bilancio a Catania, condannato a due anni e due mesi per lo scandalo sulla cenere lavica.

Vito Bonsignore è condannato a due anni di carcere per tentata corruzione nell'appalto per l'ospedale di Asti. Franco Malvano ex questore di Napoli sotto inchiesta per associazione camorristica. Aldo Patriciello imputato in udienza preliminare a Isernia per violazione delle leggi ambientali nel processo Piedi d'argilla, l’accusa di questi tempi particolarmente odiosa è aver messo sabbia nel cemento armato dei piloni della variante, costruttore suo fratello.

Fa sorridere, tutto sommato, la candidatura del socialista Lucio Barani assiduo del cimitero di Hammamet, quello che ha sostituito ad Aulla il busto di Gramsci con Craxi, il primo firmatario della legge su Salò. Poco resta alla fine per parlare di letteronze e veline, la più nota delle quali «fidanzata del figlio di un prefetto amico di Gianni Letta». Dispiace, in fondo, per la giovane avvocatessa «sbianchettata" per colpa di Veronica. «Me lo aveva promesso», dice. Sarà per un'altra volta. Vedrà che prima o poi la signora divorzia, non appena sarà chiara la situazione patrimoniale degli eredi suoi figli: vuole che siano tutti trattati al pari di Marina e Piersilvio, un po' come Margherita Agnelli in fondo.

Sono questioni dinastiche sull'equa distribuzione del patrimonio. Anche legittime, basterebbe non confonderle con la politica. Dopo il divorzio che immaginiamo senz’altro imminente tutte le farfalline d'Italia avranno quel che è stato loro promesso. Al compimento del diciottesimo anno, certo. Sarebbe proprio sciocco essere arrivati fin qui e rischiare la galera per questo.
30 aprile 2009

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