mercoledì 20 maggio 2009

Lo scandalo Berlusconi

[El País]

La sicurezza si garantisce molto meglio con delle forze dell’ordine ben equipaggiate e preparate che non con leggi anti-immigrazione. Questo dovrebbe essere evidente a tutti quei cittadini di mezza Europa che si sta tentando di scuotere e mobilitare, approfittando della crisi, per avvicinarli a movimenti autoritari che portano avanti discorsi populisti e xenofobi.
Ciò che ha dell’incredibile è che i partiti democratici hanno tanta paura che questi messaggi vengano alla luce che, invece di combatterli per ciò che sono, ovvero baluardi di un pensiero autoritario, si fanno intimorire, ed addirittura cercano di adeguare i propri discorsi affinché non ne risultino nettamemente distanti. È una strategia che non ha mai dato buoni risultati: come spiega nel suo ultimo libro l’ex presidente uruguaiano Julio Maria Sanguinetti, si comincia permettendo che la tolleranza sparisca dalla società e si finisce perdendo, molto semplicemente, la libertà.
Ciò che sta succedendo e che è successo questa settimana in Italia, dove sono state approvate nuove leggi che trasformano in reato l’immigrazione clandestina riducendo, o praticamente azzerando, i diritti degli immigrati senza regolare permesso di soggiorno inclusi i neonati, ai quali si proibirà l’iscrizione all’anagrafe, è uno scandalo e dovrebbe suscitare una reazione molto più vigorosa da parte dell’Unione Europea. A che serve un Parlamento europeo se le sue forze democratiche non sono capaci di denunciare la misure che sta adottando il Governo di Silvio Berlusconi che, per certi aspetti, ricordano il fascismo?
Una decina di anni fa, quando il partito d’estrema destra di Jorg Haider entrò a far parte di un Governo di coalizione austriaco, l’Europa reagì con molta più fermezza, adottando delle sanzioni persino prima che il Governo avesse approvato leggi che potessero ricordare anche solo lontanamente quelle che adesso si fa finta di ignorare in Italia.
In Italia, il dibattito sull’immigrazione clandestina viene affrontato in modo del tutto strumentale e fa parte di una strategia populista volta a togliere l’attenzione da problemi molto più gravi, come il diffondersi della Mafia, la concentrazione di poteri da parte di Berlusconi e dei suoi soci, e il degrado di un sistema politico deteriorato in molte sue parti dalla corruzione. Con 297 voti a favore, 255 contrari e 3 astenuti (com’è possibile astenersi in un dibattito simile?) il Parlamento italiano ha approvato le “nuove disposizioni in materia di sicurezza pubblica” (http://www.camera.it) che, come ha denunciato lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, alimentano la retorica razzista e xenofoba.
La situazione è ancor più grave se si pensa che queste norme vengono firmate nel momento in cui la crisi sta facendo perdere il posto di lavoro a milioni di cittadini europei che si appoggiano, chi più chi meno, a sussidi pubblici. Questi neo-disoccupati, se la crisi si dovesse prolungare, si troverebbero a lottare gomito a gomito per i pochi nuovi posti di lavoro creatisi.
Una società civile spaventata e demotivata, nazionalismi esacerbati e instabilità sono componenti di una situazione che già ha dato origine in passato a leggi contro l’immigrazione prima, a leggi razziali poi.
Un cronista politico vicino a Berlusconi ha scritto questa settimana che “lo stato non può essere buonista”. Sicuramente ha ragione, e coloro i quali si vogliono opporre a questo Governo dovrebbero spiegare meglio all’opinione pubblica quali sono le loro proposte contro l’immigrazione clandestina. Ciò che non deve lasciare adito a dubbi è che esistono misure più efficaci, più giuste e più sensate delle vergognose disposizioni approvate questa settimana in Italia. E che, anche se non ce ne fossero di migliori, quelle che ha approvato il Governo italiano sono comunque ingiuste, inefficaci e vergognose.
Vietare che un neonato sia iscritto all’anagrafe vuol dire negargli dalla nascita il diritto ad un nome, cosa che, rendendolo invisibile e trasformandolo in una non-persona, mette a repentaglio la sua vita e la sua salute. Il diritto ad un nome è sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti del Fanciullo. In che maniera questa “nuova disposizione in materia di sicurezza” evita l’immigrazione clandestina dall’Africa o dal Bangladesh?
Fare della sicurezza il più importante messaggio elettorale e politico di un paese è una vigliaccata: verso gli immigrati poveri, che si vedono immediatamente minacciati come potenziali trasgressori di questa sicurezza, ma anche verso i cittadini “nativi” di un paese, i quali vengono spinti a sprecare energie, ogni giorno più scarse ma ogni giorno più necessarie, che potrebbero essere impiegate forse per lottare per una futura via d’uscita: nell’istruzione, ad esempio.

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