[The Times]
Un momento è comico, quello dopo megalomane. Ma questo non aiuterà la sofferente economia italiana.
Questa volta Silvio Berlusconi sembra essersi spinto troppo oltre; la scorsa settimana ha sguinzagliato i suoi pitbull di corte nel tentativo di imbavagliare gli ultimi mezzi d’informazione dell’opposizione. Ma l’offensiva autunnale ha avuto una brutta partenza dal momento che sembra che i mastini e il loro padrone abbiano dato un morso più grande di quanto possano masticare. La Chiesa Cattolica Romana e una coalizione di giornali italiani e stranieri sono troppo anche per l’ego smisurato di Berlusconi. Ecco un quadro delle debolezze personali e politiche del Presidente del Consiglio italiano.
L’attacco è cominciato quando il Commissione parlamentare per i servizi radiotelevisivi ha cercato di cambiare alcuni dei vertici dell’emittente pubblica RAI. E’ capitato che lavorassero tutti per programmi che criticano Berlusconi. Questo succedeva un mese dopo l’episodio in cui il Premier aveva attaccato un giornalista RAI, dicendo come fosse “intollerabile che un programma del servizio pubblico, pagato dai contribuenti, possa criticare il governo”. Questo fu detto a denti stretti e con la mascella serrata. La rabbia reale e visibile tradiva la mancanza di autocontrollo.
Il secondo attacco è arrivato quando Niccolò Ghedini,avvocato e primo pitbull di Berlusconi, ha dichiarato che avrebbero fatto causa a La Repubblica per diffamazione. Il giornale ha fatto una lista di dieci domande per Berlusconi fin da giugno. Ghedini obietta che fare quelle domande è diffamatorio e chiede milioni di euro di danni. Ha anche affermato che faranno causa a giornali stranieri. Tutto ciò ha causato una pioggia di critiche da ogni parte. All’estero le reazioni hanno spaziato dalle risate all’indignazione; non dovrebbe essere il compito dei giornali porre domande?
L’altro attacco è guidato da Vittorio Feltri, direttore di una delle testate della famiglia Berlusconi, Il Giornale. La sua strategia è quella di andare dritto sull’uomo, non sulla la palla. Feltri è finito in acque pericolosamente alte da quando si è scagliato contro Dino Boffo, direttore dell’Avvenire, il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana. Per alcune settimane l’Avvenire ha criticato il modo di vivere di Berlusconi. Feltri ha dichiarato che il Signor Boffo ha patteggiato la sua uscita dal processo per molestie e ha avuto una relazione gay: di conseguenza non dovrebbe giudicare la vita sessuale del Signor Berlusconi.
Gli effetti non sono stati quelli che avrebbe voluto il Presidente del Consiglio; dopo più di un mese di paziente diplomazia, il proprio staff aveva negoziato una cena con il Cardinal Bertone, Segretario dello Stato Vaticano, da tenersi durante la cerimonia della Perdonanza. Berlusconi era sul punto di essere assolto dalla Chiesa, ma il cardinale ha annullato la cena e la separazione tra il Governo e la Chiesa è diventata un abisso.
Il messaggio è semplice; Berlusconi ha bisogno della Chiesa molto più di quanto la Chiesa abbia bisogno di lui. Il suo attacco a Boffo ha mostrato che la sua rabbia annebbia il suo raziocinio politico. Queste mosse arrivano dopo mesi di rivelazioni a proposito di corruzione e possibili crimini, e dalla frase di sua moglie secondo la quale lui “non sta bene”. In un mondo più semplice e franco, lui si sarebbe dimesso molto tempo fa. Ma Silvio Berlusconi non è ne’ semplice ne’ franco — eccezion fatta per il suo opinione secondo cui la maggior parte degli Italiani ha votato per lui e quindi puó fare ció che vuole.
Dopo la sua prima vittoria nel 1994, ha proclamato se stesso “unto dal popolo”, cosa che implica che egli abbia gli stessi poteri di un monarca divino e giusto, incoronato da Dio. Quindici anni dopo è ancora più convinto del suo stesso destino. E’ la risposta europea a Hugo Chávez in Venezuela, un populista che alterna bullismo e fascino sulla sua via al potere e allo smantellamento di tutte le opposizioni.
Ma come resta popolare? Il supporto elettorale e i sondaggi di approvazione sono veri, anche se sfuggenti. Il controllo dei media gli garantisce ovviamente un gigantesco vantaggio, ma la sua immagine e il suo programma sono divenuti popolari mentre l’opposizione si è disastrosamente divisa, senza leader e programma. L’idea di avere più capelli, più donne e meno rughe mentre invecchi attrae molti uomini, non solo italiani, e molte donne cedono all’odore di fascino e Rolex. Da quando è ritornato al potere le scorso anno, Berlusconi si è fornito l’immunità parlamentare ed ha scomodato i poteri del Presidente Napolitano per controllare la costituzionalità delle leggi.
L’opposizione istituzionale, come le camere ed il Presidente, sono stato legate come un cappone pronto per il forno e molti dei media sono direttamente o indirettamente controllati dal Premier. Se qualcuno osa squittire è minacciato direttamente. La sua politica estera aspira a muoversi tra il comico e la megalomania. La sua impazienza e senso di onnipotenza negli affari continua nella sua vita politica, che ora gli consente di ignorare la realtà e di crearsene una sua.
Oggi, tuttavia, agisce come un uomo fuori controllo. Anche se è uno degli uomini più ricchi e tra i leader politici del mondo, sembra deluso e frustrato. Nessun ammontare di ricchezze può più farlo tornare giovane e bello, forzare il Vaticano ad accettarlo e dargli il carisma di Brown, di Sarkozy o della Merkel, e nemmeno tributargli lo status di
affermata ricchezza come quella degli Agnelli. Quindi reagisce in modo sproporzionato ad ogni critica. Ma il divario tra la sua realtà e quella di chiunque altro si sta ampliando. Le varie medicine potrebbero chiedere il loro tributo e il suo sorriso compiaciuto potrebbe non nascondere a lungo la rabbia che bolle fino alla superficie quando è contrastato.
Le minorenni e le prostitute ne hanno rotto l’immagine ma, se cadrà, sarà perché nulla può nascondere la sua cattiva amministrazione economica. La disoccupazione e le avversità che gli italiani probabilmente affronteranno questo autunno, delle quali lui è largamente responsabile, saranno lo scacco della realtà che conta.

Un momento è comico, quello dopo megalomane. Ma questo non aiuterà la sofferente economia italiana.
Questa volta Silvio Berlusconi sembra essersi spinto troppo oltre; la scorsa settimana ha sguinzagliato i suoi pitbull di corte nel tentativo di imbavagliare gli ultimi mezzi d’informazione dell’opposizione. Ma l’offensiva autunnale ha avuto una brutta partenza dal momento che sembra che i mastini e il loro padrone abbiano dato un morso più grande di quanto possano masticare. La Chiesa Cattolica Romana e una coalizione di giornali italiani e stranieri sono troppo anche per l’ego smisurato di Berlusconi. Ecco un quadro delle debolezze personali e politiche del Presidente del Consiglio italiano.
L’attacco è cominciato quando il Commissione parlamentare per i servizi radiotelevisivi ha cercato di cambiare alcuni dei vertici dell’emittente pubblica RAI. E’ capitato che lavorassero tutti per programmi che criticano Berlusconi. Questo succedeva un mese dopo l’episodio in cui il Premier aveva attaccato un giornalista RAI, dicendo come fosse “intollerabile che un programma del servizio pubblico, pagato dai contribuenti, possa criticare il governo”. Questo fu detto a denti stretti e con la mascella serrata. La rabbia reale e visibile tradiva la mancanza di autocontrollo.
Il secondo attacco è arrivato quando Niccolò Ghedini,avvocato e primo pitbull di Berlusconi, ha dichiarato che avrebbero fatto causa a La Repubblica per diffamazione. Il giornale ha fatto una lista di dieci domande per Berlusconi fin da giugno. Ghedini obietta che fare quelle domande è diffamatorio e chiede milioni di euro di danni. Ha anche affermato che faranno causa a giornali stranieri. Tutto ciò ha causato una pioggia di critiche da ogni parte. All’estero le reazioni hanno spaziato dalle risate all’indignazione; non dovrebbe essere il compito dei giornali porre domande?
L’altro attacco è guidato da Vittorio Feltri, direttore di una delle testate della famiglia Berlusconi, Il Giornale. La sua strategia è quella di andare dritto sull’uomo, non sulla la palla. Feltri è finito in acque pericolosamente alte da quando si è scagliato contro Dino Boffo, direttore dell’Avvenire, il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana. Per alcune settimane l’Avvenire ha criticato il modo di vivere di Berlusconi. Feltri ha dichiarato che il Signor Boffo ha patteggiato la sua uscita dal processo per molestie e ha avuto una relazione gay: di conseguenza non dovrebbe giudicare la vita sessuale del Signor Berlusconi.
Gli effetti non sono stati quelli che avrebbe voluto il Presidente del Consiglio; dopo più di un mese di paziente diplomazia, il proprio staff aveva negoziato una cena con il Cardinal Bertone, Segretario dello Stato Vaticano, da tenersi durante la cerimonia della Perdonanza. Berlusconi era sul punto di essere assolto dalla Chiesa, ma il cardinale ha annullato la cena e la separazione tra il Governo e la Chiesa è diventata un abisso.
Il messaggio è semplice; Berlusconi ha bisogno della Chiesa molto più di quanto la Chiesa abbia bisogno di lui. Il suo attacco a Boffo ha mostrato che la sua rabbia annebbia il suo raziocinio politico. Queste mosse arrivano dopo mesi di rivelazioni a proposito di corruzione e possibili crimini, e dalla frase di sua moglie secondo la quale lui “non sta bene”. In un mondo più semplice e franco, lui si sarebbe dimesso molto tempo fa. Ma Silvio Berlusconi non è ne’ semplice ne’ franco — eccezion fatta per il suo opinione secondo cui la maggior parte degli Italiani ha votato per lui e quindi puó fare ció che vuole.
Dopo la sua prima vittoria nel 1994, ha proclamato se stesso “unto dal popolo”, cosa che implica che egli abbia gli stessi poteri di un monarca divino e giusto, incoronato da Dio. Quindici anni dopo è ancora più convinto del suo stesso destino. E’ la risposta europea a Hugo Chávez in Venezuela, un populista che alterna bullismo e fascino sulla sua via al potere e allo smantellamento di tutte le opposizioni.
Ma come resta popolare? Il supporto elettorale e i sondaggi di approvazione sono veri, anche se sfuggenti. Il controllo dei media gli garantisce ovviamente un gigantesco vantaggio, ma la sua immagine e il suo programma sono divenuti popolari mentre l’opposizione si è disastrosamente divisa, senza leader e programma. L’idea di avere più capelli, più donne e meno rughe mentre invecchi attrae molti uomini, non solo italiani, e molte donne cedono all’odore di fascino e Rolex. Da quando è ritornato al potere le scorso anno, Berlusconi si è fornito l’immunità parlamentare ed ha scomodato i poteri del Presidente Napolitano per controllare la costituzionalità delle leggi.
L’opposizione istituzionale, come le camere ed il Presidente, sono stato legate come un cappone pronto per il forno e molti dei media sono direttamente o indirettamente controllati dal Premier. Se qualcuno osa squittire è minacciato direttamente. La sua politica estera aspira a muoversi tra il comico e la megalomania. La sua impazienza e senso di onnipotenza negli affari continua nella sua vita politica, che ora gli consente di ignorare la realtà e di crearsene una sua.
Oggi, tuttavia, agisce come un uomo fuori controllo. Anche se è uno degli uomini più ricchi e tra i leader politici del mondo, sembra deluso e frustrato. Nessun ammontare di ricchezze può più farlo tornare giovane e bello, forzare il Vaticano ad accettarlo e dargli il carisma di Brown, di Sarkozy o della Merkel, e nemmeno tributargli lo status di
affermata ricchezza come quella degli Agnelli. Quindi reagisce in modo sproporzionato ad ogni critica. Ma il divario tra la sua realtà e quella di chiunque altro si sta ampliando. Le varie medicine potrebbero chiedere il loro tributo e il suo sorriso compiaciuto potrebbe non nascondere a lungo la rabbia che bolle fino alla superficie quando è contrastato.
Le minorenni e le prostitute ne hanno rotto l’immagine ma, se cadrà, sarà perché nulla può nascondere la sua cattiva amministrazione economica. La disoccupazione e le avversità che gli italiani probabilmente affronteranno questo autunno, delle quali lui è largamente responsabile, saranno lo scacco della realtà che conta.

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