martedì 22 settembre 2009

PIccoli Hitler Crescono

[The Times]

Incoraggiati da Silvio Berlusconi, gruppi di vigilantes di estrema destra pattugliano le strade italiane, risollevando la paura di un ritorno al fascismo.

La voce discontinua di Gaetano Saya sale fino a raggiungere un tono quasi isterico mentre punta il dito verso l’alto, indicando insistentemente nella direzione di quattro aquile giganti in marmo dalle ali spiegate che troneggiano sui portici semicircolari nella romana Piazza della Repubblica. “Guardate! Eccole – i simboli del potente Impero Romano. Sono ovunque!”

Saya sembra quasi sputi di rabbia mentre parla. Per la maggior parte del tempo che trascorriamo seduti nel caldo afoso dell’estate, sorseggiando caffè in un bar infilato sotto gli archi della piazza affollata, mantiene la compostezza. Ma quando arriva l’ora di discutere dello scalpore causato dallo stemma scelto per le ronde formate recentemente dal partito neofascista da lui rilanciato – il quale include l’aquila imperiale usata in passato dalle camicie nere mussoliniane – a malapena riesce a contenere la sua rabbia. “Le aquile sul nostro stemma sono simboli di Roma, non del fascismo. Se vengono messi al bando si dovrebbero distruggere le aquile presenti su ogni edificio pubblico in Italia. Fanno parte della nostra storia. Così come Cromwell fa parte della vostra”, declama mentre si strofina i baffi spuntati.

Per la prima volta dopo la II Guerra Mondiale, il consiglio comunale di Roma è guidato da un sindaco di centro destra. Gianni Alemanno non solo è di destra, ma è un ex manifestante di strada neofascista, i cui sostenitori l’hanno salutato col saluto romano durante la parata per festeggiare la vittoria. Alemanno fu eletto sindaco la primavera scorsa sulla scia dell’isteria nazionale che è seguita all’omicidio brutale avvenuto a Roma della moglie di un sottufficiale di marina da parte di un rom d’origine rumena. Il suo assalitore le ha preso le poche monete che aveva nella borsa, ha tentato di stuprarla, e poi l’ha abbandonata pensando fosse morta sulla strada deserta che stava percorrendo per tornare a casa. La faccia dell’insegnante di religione quarantatreenne è stata colpita fino al punto di ridurla in poltiglia, tant’è che la polizia l’ha descritta come di “età indefinita” prima che morisse a causa delle ferite.

In seguito alla campagna sensazionalistica sulla “Bestia di Roma” responsabile della morte di Giovanna Reggiani, i gruppi di vigilantes hanno cercato di vendicarsi. Quattro rumeni che chiedevano l’elemosina nel centro di Roma sono stati picchiati e accoltellati, mentre baraccopoli degli immigrati sono state date alle fiamme in tutta Italia. Da allora il Paese si è ritrovato preso da una crescente ondata di xenofobia, la quale è stata sfruttata in maniera spietata dai politici di destra. Inoltre, gli estremisti come Saya, con il suo rinvigorito partito del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale (MSI-DN), alimentano la paura nei confronti degli immigrati.

Colui che ne ha beneficiato in ultima istanza è stato Silvio Berlusconi, il miliardario settanduenne dalla tintarella perenne che ricopre la carica di Presidente del Consiglio. Usando il potere del suo ampio impero mediatico, ha dichiarato subito che il Paese era nella morsa di “un’emergenza di criminalità rom”. All’epoca degli eventi molti rapporti hanno gonfiato la misura in cui gli immigrati incidevano sulla criminalità in Italia, una testata importante è arrivata perfino a dire che “tutti i rumeni nutrono intenti delittuosi”.

Le cifre complessive sulla criminalità in Italia non salgono da oltre un decennio, eppure più di un terzo dei galeotti sono attualmente stranieri. L’anno scorso gli stranieri sono stati accusati di aver commesso il 68% degli stupri e il 32% dei furti.

La preoccupazione sui livelli di criminalità tra gli immigrati ha aiutato Berlusconi nella sua rielezione lo scorso aprile con una campagna improntata sulla sicurezza. Ha annunciato immediatamente l’adozione di un “pacchetto sicurezza nazionale” che ha visto lo spiegamento di migliaia di soldati in divisa da combattimento mimetica col compito di pattugliare le strade e le piazze italiane. Il pacchetto è stato annunciato come un tentativo di colpire sia la criminalità, sia l’immigrazione illegale, entrambe messe ormai sullo stesso piano in Italia, che secondo Berlusconi non dovrebbe mai diventare una “società multietnica”.

Con tutta l’attenzione focalizzata sulle buffonate da tombeur des femmes dello spumeggiante Premier, questo spregevole sottobosco di razzismo è riuscito a diffondersi senza far rumore e con molta insidia. La decisione da parte di Berlusconi di rendere legali le nuove ronde di vigilantes ha sollevato particolare preoccupazione.

Sventolando le mani mentre ostenta una grande soddisfazione di sé, Saya si vanta del fatto che migliaia di italiani fremono per entrare a far parte delle ronde di estrema destra da lui denominate Guardia Nazionale Italiana, fondate dal suo partito nel mese di giugno. Quando la Guardia Nazionale ha svelato le sue divise – berretti neri in stile militare su cui fa mostra l’aquila imperiale, guanti neri, cravatte nere, camicie color cachi e delle fasce col simbolo del sole nero che da sempre vengono associate al nazismo – gli inquirenti italiani hanno aperto un’inchiesta giudiziaria sul gruppo. I simboli di stampo nazista e fascista sono stati messi al bando in Italia dopo la II Guerra Mondiale. Tuttavia, il cinquantaduenne Saya, inquisito in passato per incitamento all’odio razziale, è fiducioso che l’inchiesta verrà archiviata senza fare clamore.

“Siamo soltanto dei fervidi patrioti. Com’è possibile che qualcuno abbia da ridire? Siamo per l’ultranazionalismo. Difendiamo la nostra storia e siamo in marcia”, ha dichiarato. Accusa i “milioni di stranieri che invadono l’Italia”, colpevoli secondo lui della crisi economica, sociale e morale in cui versa l’Italia. “Mussolini è stato un grande uomo ispirato da vero amor di patria. Era un leader legittimo, non un dittatore”.

Saya fa un cenno a un giovane simpatizzante che gironzola lì vicino. Riccardo Lanza è un eloquente operatore di borsa trentatreenne che indossa un elegante completo con una camicia a strisce. Il motivo per cui la divisa paramilitare della Guardia Nazionale è appesa nel suo guardaroba, a suo dire, deriva dal fatto che “gli italiani non controllano più il proprio Paese”. Punta il dito contro la mafia russa e quella cinese accusandole del “caos totale” presente in Italia. “Si sono infiltrate nella nostra economia, nello stesso modo in cui gli stranieri si sono presi le strade. Dobbiamo fermare tutto questo”.

A differenza di molti Paesi europei con un passato coloniale, l’immigrazione di massa è un fenomeno relativamente recente in Italia, tradizionalmente più abituata all’emigrazione costante dei propri cittadini. Le ondate di immigrati – prima dai Paesi dell’ex blocco sovietico come l’Albania e l’ex Jugoslavia sulla scia della caduta del Muro di Berlino, e più recentemente dall’Africa settentrionale e subsahariana – hanno visto circa 3 milioni e mezzo di persone che si sono trasferite in Italia legalmente, e un altro milione e mezzo illegalmente, nel corso degli ultimi vent’anni. Il Paese è alle prese col fatto di non essere più monoculturale. Berlusconi si è lamentato recentemente del fatto che la sua città natale, Milano, “sembra una città africana”.

C’è dell’opportunismo politico dietro la creazione delle ronde. Berlusconi è stato aiutato nel suo ritorno al potere dall’appoggio della Lega Nord, partito di estrema destra originariamente fondato per fare pressione con lo scopo di ottenere la secessione dell’Italia settentrionale dal resto del Paese, ma più di recente si è caratterizzata per la sua opposizione all’immigrazione di massa. Dieci anni fa è stata la Lega Nord a iniziare la creazione di pattuglie non ufficiali contro la criminalità nelle città e nei paesi del nord che vedevano una forte presenza di immigrati. Quando è diventato chiaro che il nuovo partito di Berlusconi, il Popolo della Libertà (un’ampia coalizione tra il suo movimento, Forza Italia, e Alleanza Nazionale, capeggiata dal politico neo-fascista riconvertito Gianfranco Fini ) aveva bisogno del supporto della Lega Nord, questa ha ricevuto delle promesse sulla sicurezza, tra cui quella dell’introduzione delle ronde. Il modo per affrontare l’immigrazione illegale, ha dichiarato Roberto Maroni, un membro di spicco della Lega Nord e in seguito diventato Ministro degli Interni, è quello di “diventare cattivi”.

Il pacchetto sicurezza, introdotto in diversi scaglioni nel corso degli ultimi 12 mesi, comprende anche delle nuove norme molto rigorose, le quali definiscono l’immigrazione clandestina un reato penale punibile con multe che arrivano fino ai €10.000. Ai figli degli immigrati illegali non viene permesso di frequentare le scuole o di ricevere cure mediche, e coloro che consapevolmente danno asilo agli immigrati illegali rischiano fino a tre anni di galera. Queste misure sono state paragonate da alcuni importanti intellettuali e scrittori alle tristemente famose leggi razziali che vietavano agli ebrei di lavorare e di frequentare le scuole. Il Vaticano ha dichiarato che il pacchetto desta “grande preoccupazione” ed “è motivo di tristezza”.

Perfino Berlusconi sembra si sia reso conto subito di essere andato troppo oltre nel dare il suo appoggio alle ronde. Quando i gruppi come la Guardia Nazionale di Saya hanno cominciato a pavoneggiarsi in giro indossando delle divise in stile fascistoide, e dopo che si sono verificati degli scontri violenti tra una ronda di estrema destra ed alcuni oppositori di sinistra nella città balneare di Massa a fine luglio, Maroni ha annunciato che le ronde dovranno rispettare dei criteri molto severi prima che sia concesso loro di pattugliare le strade. Le ronde non dovranno avere più di tre persone, i suoi membri non dovranno indossare divise in stile militare, e dovranno essere armate soltanto di telefonini e walkie-talkie per avvertire le forze dell’ordine su eventuali problemi.

Ma il genio delle bande violente era già stato fatto uscire dalla bottiglia. Ciò è particolarmente evidente tra i sostenitori del gruppo di estrema destra al centro delle violenze scoppiate quest’estate nella cittadina di Massa.

Massa sembra essere la tipica cittadina balneare italiana, con le sue ordinate file di sedie a sdraio e di ombrelloni a strisce. Ma è arroccata sui bordi delle scoscese Alpi Apuane e vanta un orgoglioso passato di resistenza. Durante la Seconda Guerra Mondiale queste montagne sono servite da nascondiglio per svariati partigiani. Alcune delle atrocità più note commesse in Italia dalle SS tedesche si sono verificate nella zona, compreso il massacro di Sant’Anna di Stazzema, un piccolo paese in cui 560 civili, soprattutto donne, vecchi e bambini, sono stati rinchiusi, uccisi e i cui corpri vennero successivamente bruciati.

E’ per questo che quando Stefano Benedetti mi vuole rifilare la storiella su come, a lui e ad altri simpatizzanti di estrema destra di Massa, sia venuto in mente per puro caso il nome per la loro ronda, non posso fare a meno di ridere. Il gruppo si chiama Soccorso Sociale e Sicurezza, e le sue iniziali, SSS, sono viste come altamente provocatorie.

Benedetti, un commesso viaggiatore, ben noto per ascoltare inni fascisti con lo stereo della sua macchina e per avere appeso a casa un ritratto di Mussolini, è l’unico consigliere di destra in un comune controllato dalla sinistra.

“La gente mi chiama nazista e fascista. Ma io faccio solo il mio dovere civico”, sostiene lui, spiegando come le sue ronde SSS hanno iniziato ad agire di notte all’inizio di quest’anno, girando in quelle zone della città frequentate dagli immigrati, in cerca di incidenti.

“Ci sono troppi stranieri nella nostra comunità e si dedicano alla criminalità, rubano macchine, entrano nelle case, diventano violenti.”

Quando i membri delle SSS si sono radunati all’esterno di un bar vicino al luogo dove i membri di un sindacato di sinistra avevano organizzato la manifestazione annuale che si tiene la notte del 25 aprile, gli scontri tra le due fazioni hanno costretto i turisti alla fuga. Tre poliziotti e due manifestanti sono stati ricoverati in ospedale; alcuni dimostranti di sinistra hanno occupato i binari della TAV.

Con la diffusione delle notizie sull’emergere delle SSS tra la piccola comunità di migranti e rom presente nella zona di Massa e provincia, i funzionari locali hanno dichiarato che molti genitori stranieri hanno iniziato a ritirare i loro bambini dai campi estivi. Una visita al fatiscente campo rom localizzato tra Massa e la vicina cittadina di Carrara ci fa capire immediatamente il perché. “Gli italiani ci hanno sempre odiati. Ma fino ad adesso ci hanno quasi sempre lasciato stare”, ha dichiarato un genitore ventitreenne, padre di tre bambini, che ha voluto rivelare soltanto il suo nome, Ercoles. “Queste ronde dicono di volere rendere le strade più sicure . Ma ora abbiamo paura di perdere di vista i nostri figli. Siamo spaventati perché se lasciamo che loro frequentino le piscine o le spiagge, potrebbero essere attaccati”.

“Massa ha la reputazione di essere la sesta città più sicura d’Italia”, spiega il sindaco, Roberto Pucci, visibilmente spossato. “Ma il modo in cui queste ronde di destra operano è quello di creare un falso senso di insicurezza, diffondono la percezione che ci sono più problemi di quelli che in realtà ci sono, e poi si spacciano come gli unici in grado di risolverli”.

“Siamo una democrazia giovane, e quello che succede qui dovrebbe essere preso sul serio,” conclude Pucci. “Non è una situazione piacevole.”

Pucci ha vietato alle SSS di operare a Massa, e molte amministrazioni comunali di sinistra ovunque in Italia seguiranno i suoi passi. Ma Benedetti e i suoi sostenitori promettono che torneranno alle ronde. “Hanno vietato alle SSS di operare. Quindi cambieremo semplicemente il nostro nome e ci riformeremo come un’organizzazione diversa,” dichiara un sostenitore. “Quello che stiamo facendo rispetta i limiti posti dalla nuova legge. Nessuno ci potrà fermare adesso.”

Questo rifiuto viene echeggiato da Gaetano Saya. Anche se la Guardia Nazionale ha ritardato l’avvio delle proprie pattuglie a causa dell’inchiesta giudiziaria, egli afferma che aggireranno le regole vietando le divise e riclassificandosi come “servizio d’ordine”.

“La guardia diventerà il braccio operativo del nostro partito, accompagnando i nostri politici ovunque essi decidano di andare per strada. Non ci possono vietare questo,” dichiara Saya, che dichiara di avere il supporto di un gruppo di ricchi industriali i quali hanno dato i fondi per un elicottero di sorveglianza recentemente acquistato dal gruppo. La prospettiva di avere delle ronde che diventano delle milizie politicizzate, come quelle esistite sotto Mussolini, ha preoccupato molti italiani, soprattutto di fronte a misure governative come la decisione di prendere le impronte digitali dell’intera popolazione rom italiana, pari a 150.000 persone, tra le quali ci sono famiglie presenti in Italia sin dal Medioevo. Il programma di schedatura delle impronte è iniziato subito in alcune città, ma in seguito all’entrata in vigore è stato attenuato e ora i bambini ne sono esclusi in seguito alle proteste da parte dei gruppi per i diritti umani. Questi programmi, tuttavia, hanno avuto un effetto desensibilizzante. I corpi di due giovani sorelle rom, annegate mentre nuotavano in una spiaggia vicino Napoli nell’estate del 2008, sono stati lasciati avvolti con dei teli per ore sulla sabbia, la gente intorno a esse ha continuato a mangiare e a giocare a frisbee.

A Padova, nel cuore dell’area che sostiene la Lega, le autorità locali hanno costruito un muro in acciaio alto tre metri intorno a una comunità di immigrati ritenuta responsabile di aver portato la prostituzione e lo spaccio di droghe nella zona. Il muro è stato eliminato, ma nella vicina città di Ardo il sindaco ha stabilito una taglia di €500 per chiunque denunciasse un immigrato irregolare. In alcune zone del Nord, in cui si attende il fiorire delle ronde, la Lega Nord ha anche proposto che i negozi che vendono kebab e i ristoranti cinesi vengano banditi dai centri storici perché ritenuti “incompatibili con il contesto storico”.

Negli ultimi anni molti italiani si sono sentiti a disagio per via della proliferazione di prostitute africane e dell’Europa dell’est che offrono la loro merce lungo le strade di tutto il Paese. E l’aumento del crimine organizzato e della violenza da parte di bande ha avuto un effetto maggiore. Agli inizi dell’anno i sentimenti contro gli immigrati si sono infiammati dopo che una ventunenne italiana ha subito una violenza di gruppo e che il suo ragazzo è stato brutalmente picchiato da cinque rumeni.

Ma in un Paese che vede il tasso di natalità calare vertiginosamente e la popolazione invecchiare, molti comparti dell’economia avrebbero difficoltà a sopravvivere senza i lavoratori stranieri. L’anno scorso un’informativa del governo sui rapporti con gli immigrati ha mostrato che il 42% degli italiani riconosce che gli immigrati sono fondamentali per l’economia. Ma ciò non è servito a prevenire tutta una serie di attacchi violenti nei confronti degli stranieri negli ultimi 12 mesi. Tra questi c’è l’attacco contro un senza tetto trentacinquenne di origine indiana, picchiato e dato alle fiamme in una cittadina sul litorale romano lo scorso febbraio, e prima di questo caso un immigrato del Burkina Faso è stato pestato a morte con una spranga di ferro da un negoziante milanese il quale ha affermato che aveva rubato un pacchetto di biscotti.

Marco Rovelli, un accademico di Massa che ha scritto sull’immigrazione italiana, attribuisce l’emergere del fenomeno delle ronde e il successo di movimenti politici come la Lega Nord nell’incoraggiare la xenofobia, alla storia stessa del Paese, il quale è stato una nazione povera di emigranti fino alla metà del secolo scorso. “Quando gli italiani vedono degli stranieri che vivono in una povertà simile a quella che essi si sono lasciati alle spalle da poco, provano paura. Per qualcuno è un doloroso ricordo del loro stesso passato e fa sorgere in loro l’ansia di perdere il benessere che sono riusciti ad ottenere.”

Al di là delle manipolazioni governative dell’insicurezza nazionale ci sono altri fini, avverte un altro accademico. James Walston insegna relazioni internazionali all’Università Americana di Roma. “Focalizzando l’attenzione sugli immigrati -ed è quello lo scopo delle ronde, anche se non viene dichiarato esplicitamente – e creando la sensazione che le strade italiane siano insicure, attribuendone la colpa agli stranieri, Berlusconi devia l’attenzione dal vero problema di questo Paese”, ha dichiarato.

Il vero problema, secondo lui, è quello del crimine organizzato e della mafia. “Ma qualsiasi riferimento alla mafia è stato ampiamente lasciato fuori dall’agenda istituzionale, in parte per via dei legami del Presidente del Consiglio con essa.” Walston cita la condanna di Marcello Dell’Utri, uno dei consiglieri più stretti di Berlusconi, colpevole di cospirazione con la mafia siciliana.

In molte parti dell’Italia una buona parte della popolazione paga ancora il pizzo ai gruppi di mafiosi locali ogni giorno. C’è chi teme che, soprattutto nel meridione, le ronde cadano presto sotto il controllo della mafia, consolidando così le loro posizioni e provocando altre stragi. Lo scorso settembre un gruppod ‘attacco del noto clan dei Casalesi ha ucciso a colpi d’arma da fuoco sei africani vicino Napoli in una battaglia per il controllo della prostituzione e lo spaccio di droga sul territorio. Molti mesi dopo l’evento, alcuni teppisti appartenenti alla Camorra hanno scatenato un’ondata di violenza contro i campi rom a Napoli, appiccando il fuoco alle roulotte, malmenando gli occupanti e costringendoli ad abbandonare le loro abitazioni dopo che era girata la voce che una bambina era stata rapita da una donna rom. La risposta del Ministro degli Interni, Maroni, è stata quella di scrollare le spalle e dire: “Questo è quello che capita quando gli zingari rubano i bambini”.

Non c’è da stupirsi, quindi, che la magistratura italiana – tacciata in passato da Berlusconi di essere il “cancro della società” – e i sindacati di polizia siano molto critici nei confronti del nuovo pacchetto sicurezza approvato dalla Presidenza del Consiglio, critiche estese anche alla legalizzazione delle ronde, le quali “creano confusione” e dirottano risorse che dovrebbero essere destinante alle forze dell’ordine.

Le ronde approvate dalle amministrazioni comunali avranno anche diritto ad alcuni fondi. La polizia dichiara che sarà difficile capire chi riceverà in ultima istanza questi soldi; e subito ne abbiamo la conferma in una riunione con due massicci vigilantes avvenuta a Milano.

Vincenzo Scavo non si prende la briga di presentarmi il suo socio dai muscoli imponenti, il quale possiede un cellulare che squilla di continuo sulle note della colonna sonora del Padrino. Scavo è troppo impegnato a lamentarsi.

Fino agli inizi di luglio gestiva un gruppo a Milano denominato i Blue Berets, il quale riceveva un compenso di oltre mezzo milione di euro per condurre alcune ronde anticrimine in determinate zone problematiche come la stazione ferroviaria e la metropolitana. Questo finché non è stato scoperto che Scavo aveva la tessera del partito neofascista MSI-DN gestito da Gaetano Saya. Il contratto è stato sospeso e il sindaco di Milano ha annunciato che ci sarebbe stata un’inchiesta immediata nei confronti dei Blue Berets.

Scavo, una guardia privata tatuata e originario della Sicilia, spiega in tono offeso che l’unico motivo per cui aveva una tessera del partito era perché in passato era stato contattato per fare la guardia privata al partito. Non era mai stato ingaggiato e sostiene di non aver avuto alcun contatto col partito da allora.

“Questo era un buon lavoro, la nostra missione, e adesso è stato bloccato”, si lamenta. Il contratto, insiste, era solo una parte del lavoro dei Blue Berets. “Avevamo anche dei volontari che facevano la spesa per gli anziani nelle aree marginali della città, vicino ai campi rom e alle comunità di immigrati dove gli italiani hanno paura di camminare per strada. Adesso i nostri cittadini affronteranno nuovamente il pericolo e torneranno ad avere paura degli stranieri.”

Se uno si fa un giro in una delle aree che Scavo chiama “zone problematiche”, come Via Padova, a nordest del centro di Milano, è chiaro che quelli che hanno paura sono gli immigrati. “Molti di quelli che partecipano alle ronde sono razzisti e utilizzano questa posizione per essere offensivi nei confronti degli stranieri”, dichiara Isabel Ceveño, una trentanovenne dell’Ecuador, in Italia da 13 anni.

Molti degli immigrati che ho incontrato in questa zona assieme a un gruppo chiamato City Angels, un’organizzazione umanitaria che aiuta i senza tetto, non hanno più il coraggio di parlare delle loro vere preoccupazioni. “Una volta ci parlavano apertamente. Ma ora sono molto più cauti. Alcuni di loro pensano che anche noi siamo una ronda,” dichiara Mario Furlan, fondatore dei City Angels. “Mentre noi andiamo nelle strade cercando persone da aiutare, il rondista tipico è qualcuno che va fuori cercando un nemico”.

“Le ronde creeranno soltanto più disordini nelle strade”, dichiara Jona Qamo, un ventisettenne albanese. “Non sarebbe meglio aiutare gli immigranti piuttosto che spiarli?”

Qamo ha ragione. L’atteggiamento delle autorità italiane su tutti i livelli è stato quello di dare per scontato che gli italiani se la sarebbero cavata alla meno peggio e che avrebbero accettato gli immigrati tra di loro perché, tradizionalmente, gli italiani prendono le cose alla leggera nella vita.

“Ma la presunzione della tolleranza da parte degli italiani non è sufficiente”, dichiara Walston, “quando la percentuale degli stranieri sul totale della popolazione va dal 5 al 10 %”. Sostiene che c’è bisogno di una “vera leadership” in grado di promuovere l’integrazione. “Ma questo è l’opposto di ciò che sta succedendo”.

Jean Leonard Touadi, nato nella Repubblica del Congo, è il primo parlamentare nero d’origine subsahariana in Italia: “È molto difficile per gli italiani ammettere di essere razzisti poiché essi non associano se stessi con quella parte dell’Europa che ha avuto un lungo passato coloniale”.  

Touadi vive in Italia da trent’anni e ha visto un aumento del razzismo negli ultimi anni. “Non si può dire che viviamo sotto un regime fascista. Ma certe cose che succedono oggi sono molto pericolose. Con tutti i problemi che ha questo Paese, in particolare con la mafia, scegliere gli immigrati come il problema di sicurezza a cui dare la priorità più alta e lasciarli in balia delle ronde vuol dire che è evidente che li stiamo usando da capri espiatori.”

Nessun commento: