sabato 12 settembre 2009

I precari e la prostata

I precari e la prostata Abbiamo detto, in riunione di redazione: sì, d'accordo, Zapatero tace per «rispetto e cortesia istituzionale» che è come dire non posso parlare. Sì, è vero: Dell'Utri e Schifani a due giorni dal suo comando - ricordate l'attacco alle procure di Milano e Palermo dell'altro ieri? - hanno cominciato la difesa preventiva dalle sentenze di mafia imminenti e temute. Certo, sì: il procacciatore di «escort in cambio di affari» Tarantini (o Tarantino, come dice il Capo fingendo di non ricordarne il nome) si esibisce ai fotografi dicendo: «Temo per la mia vita» come fosse uno Zappadu qualunque. Però proviamo a far finta, per un giorno soltanto, che Berlusconi non esista: che non sia la sua presenza alla guida del Paese - le sue gaffes le sue minacce le sue ossessioni, le conseguenze delle sue parole - quel che ci impone ogni giorno la scansione dei titoli e delle pagine. Ignoriamolo. Parliamo del paese reale, quello dove viviamo tutti noi. Eccolo, ve lo mostriamo in cinque istantanee, dalla base ai vertici, in altrettante pagine di primo piano del giornale di oggi. Gli operai della Stanic di Livorno incatenati ai cancelli. I precari della scuola accampati in una specie di campo rom davanti al Ministero. Nella televisione pubblica sotto assedio Rai tre, l'unica rete non omologata. I magistrati sotto attacco costante. La credibilità internazionale dell'Italia azzerata al punto che per le nomine imminenti il nostro Paese, lo racconta Umberto De Giovannangeli, è tagliata fuori dai giochi. Il lavoro, l'istruzione, l'informazione, la giustizia, l'Europa. Dovremmo parlare di questo, ai vertici internazionali come sui giornali: noi lo facciamo ogni giorno, molto di più potremmo farlo se l'agenda non la dettasse ora per ora il problema principale: Silvio Berlusconi e la sua opera quotidiana di distrazione di massa. Al vertice internazionale dell'altro ieri lo abbiamo sentito parlare di sesso a pagamento, di come conquistare le donne, di «cosa fanno i maschi». Questi i suoi argomenti: la stampa registra, prende atto, eventualmente domanda chiarimenti. In proposito lasciamo l'ultima parte del Filo rosso alle parole di quello che sua figlia Marina ha definito ieri «un fuoriclasse, esempio assoluto di giornalismo libero». Eccolo. «Il Cavaliere è accusato di fare ciò che dubito possa fare: dedicarsi instancabilmente a una sfrenata attività sessuale, al punto che, per soddisfarsi, sarebbe indotto a ricorrere alle prestazioni remunerate delle squillo di pronto intervento. Fantasie. Frequento da alcuni anni gli urologi. Questioni di prostata, data l'età. I medici spiegano. Se la prostata è ingrossata si può intervenire chirurgicamente per ridurne il volume. Dopo di che rischi l'impotenza, ma non è detto, anzi. Se invece hai un cancrone proprio lì, la prostata deve essere eliminata insieme al tumore. E allora, addio rapporti. Facendo strame della privacy, affermo che Silvio nel '96 fu operato di cancro alla prostata al San Raffaele di Milano. Non racconto balle se dico buonanotte al sesso. Berlusconi ha 73 anni, non ha più la prostata. La scienza fa miracoli tranne uno: quello. Ma vi sono quotidiani che hanno sprezzo del ridicolo e insistono. Fossi in Silvio avrei la tentazione di andare in tv a sbandierare il certificato del dottore». Vittorio Feltri, «Libero», 19 giugno 2009
Blogged with the Flock Browser

Nessun commento: